E mentre il tira e molla continuo tra le tv locali e il Ministero che vuol far cassa dalle nove frequenze del dividendo esterno(UHF 61/69) da mettere all’asta per la banda larga va avanti, il beauty contest si palesa come una nuvola all’orizzonte per l’equilibrio televisivo digitale.
Il ministro Romani, infatti, ha già inviato a Bruxelles la bozza del regolamento per la gara non competitiva ed è in attesa di una risposta da parte dell’ufficio del Commissario UE alla Concorrenza Almunia. Anche in questi mari, però, le acque sono tutt’altro che calme. Appena quattro giorni fa, infatti, l’amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge (foto sotto), braccio destro del magnate Rupert Murdoch, ha inviato una missiva infuocata a Romani, facendo presente come starebbe avendo luogo un utilizzo anomalo della (già anomala) assegnazione provvisoria di frequenze del dividendo interno a Mediaset per la sperimentazione della tecnologia HD. Un impiego di risorse frequenziali che, oltre a consolidare posizioni dominanti, rischierebbe di distorcere i parametri del concorso di bellezza cui Sky si sta preparando, al pari del Biscione, degli altri colossi e colossini (Rai e Telecom Italia Media), oltre a qualche altro operatore italiano e straniero alla spicciolata. La questione, passata un po’ in sordina, merita un approfondimento. Era fine agosto 2010 e, nonostante settimane e settimane di rassicurazioni al popolo italiano e alle imprese, Silvio Berlusconi era da ben tre mesi il titolare ad interim del dicastero dello Sviluppo Economico, dopo l’addio obbligato di Scajola. In attesa di trovare un nome che mettesse d’accordo tutti (in realtà il nome di Romani, già vice-ministro, era nel cilindro da tempo; bisognava solo convincere i più scettici, tra cui Napolitano), il Presidente del Consiglio, ancora all’oscuro di ciò che l’aspettava nel futuro a venire (caso Fini, prima, e Ruby poi), nell’offuscante calura di fine estate, aveva concesso all’azienda di cui era maggiore azionista l’autorizzazione provvisoria a trasmettere sperimentalmente in HD sul canale 58 UHF cioè, a detta dei tecnici, la miglior frequenza (per sintonizzazione, coordinamento internazionale, canalizzazione, ecc.) del dividendo interno (canale peraltro a cui il premier è da sempre affettivamente legato, avendo segnato l’avvio milanese del suo impero tv). Passano i mesi e Mediaset – il cui limite alla sperimentazione era di sei mesi (ora siamo già a nove…), inizia a utilizzare il canale per motivi commerciali. Come sottolineato dal furibondo Mockridge, infatti, il mux ospitato sul canale 58 sta trasmettendo non già programmi sperimentali, ma le versioni +1 delle reti generaliste e quelle in HD di Canale 5 e Italia 1. Oltre agli evidenti vantaggi tecnici, editoriali e commerciali per l’azienda di Cologno Monzese, quali legami ci sono tra questa curiosa situazione e la gara non competitiva delle frequenze del dividendo interno si chiede Mockridge? La domanda è in realtà retorica: essendo, appunto, non competitiva e basata su parametri di qualità (spessore del progetto imprenditoriale, con un occhio particolare per le nuove tecnologie, tra cui spicca, ovviamente, la disponibilità di canali in alta definizione), l’HD rappresenta un parametro d’alta qualità e la possibilità di implementarlo gratuitamente per nove mesi è un vantaggio assoluto. Al di là dei palesi benefici economici derivati da quasi un anno di trasmissione, pubblicità e ogni genere d’attività commerciale a ricavo zero per lo Stato, Mediaset, avendo sperimentato così a lungo l’HD godrà di un punteggio in sede di assegnazione gratuita dei sei multiplex. Ha ragione, allora, Tom Mockridge a sostenere che tutto questo concede un vantaggio competitivo a Mediaset e altera le regole del gioco? Ha ragione a dire che potrebbe distorcere l’esito della gara? (G.M. per NL)