Il governo sarebbe pronto a concedere una proroga di quattro mesi per la liberazione delle frequenze incompatibili con le emissioni estere nelle more di conseguirne una liberazione, se non giudiziariamente indolore, quantomeno limitata quanto a danni prodotti attraverso un aumento degli indennizzi.
E proprio sul fronte delle misure economiche compensative, possiamo anticipare che, con ogni probabilità, rispetto ai 100 milioni richiesti (oggi ne sono stati stanziati 20) l’esecutivo ne renderà disponibili meno della metà, molto vicino quindi ai 30/40 milioni ipotizzati da questo periodico. Sarebbero inoltre allo studio altre contromisure, quali l’incentivazione all’aggregazione dei mux locali (con quali formule non è nemmeno possibile immaginarlo, stante l’assoluto fallimento di ogni iniziativa in tal senso nel passato) e l’utilizzo delle non eccelse frequenze residuate dalla fallimentare gara del dividendo interno, previo assenso dell’UE. Il tutto in attesa dell’introduzione del DVB-T2, che innaffierà il mercato di ulteriore capacità trasmissiva determinando un nuovo crollo dei costi di trasporto, rendendo dubbio il business dei network provider (al contrario di quello dei fornitori di contenuti che sembra stia invertendo la rotta, sebbene per ora solo in ambito nazionale). (M.L. per NL)