E’ attesa a giorni la conoscenza del contenuto della decisione del TAR Lazio sul ricorso relativo alla cessazione dell’attività dei network provider operanti su frequenze (astrattamente) incompatibili con assegnazioni DTT estere, inizialmente prevista per il 30/04/2015 (nel quale si è costituita ad adiuvandum delle ragioni delle emittenti locali del proprio territorio la Regione Puglia, area più colpita dall’espunzione di canali).
Come noto, nel mirino del raid radioelettrico, una quota rilevante delle stazioni locali esistenti, pari a quasi 150 emittenti, che occupano 76 frequenze escluse dalla pianificazione con delibera Agcom 480/14/CONS (a sua volta resa in applicazione della L. 9/2014), sebbene regolarmente assegnate dal Ministero dello Sviluppo Economico in coscienza della loro teorica incompatibilità con operatori di rete esteri. I giudici amministrativi chiamati a decidere sulla legittimità o meno della Delibera dell’Autorità avevano, all’udienza del 28 gennaio, rinviato la valutazione della concessione della sospensiva (sulla base della sussistenza degli essenziali requisiti del periculum in mora e del fumus boni iuris) al 08/04/2015, quindi a tre settimane dal d-day. Che però incredibilmente non c’è stato, posto che il decreto ministeriale non è stato ancora pubblicato (pare sulla scorta della pretesa mera ordinatorietà del termine), anche se da tempo tra gli operatori ne circola il contenuto in bozza. (E.G. per NL)