Per evitare un’incontrollabile deriva giudiziaria della vicenda delle interferenze internazionali, Il Governo intenderebbe aumentare il fondo di 20 mln di euro previsto per l’indennizzo alle emittenti locali che dovranno liberare le frequenze oggetto di perturbazioni alle trasmissioni dei Paesi confinanti entro il 31/12/2014.
Ora il punto da sciogliere è di quanto sarà aumentato lo stanziamento, posto che per renderlo congruente con gli investimenti effettuati dagli operatori sulla base delle assegnazioni frequenziale ministeriali (spesso ventennali) – cirostanza che comporta una responsabilità piena da parte dello Stato sulla problematica, con conseguente esposizione ad eventuali azioni giudiziarie di natura risarcitoria – esso andrebbe almeno triplicato. Stante l’indisponibilità di risorse economiche, è tuttavia lecito attendersi una proposta di aumento che non superi complessivamente i 30/40 mln di euro, cifra che non metterebbe comunque al riparo il Ministero dai ricorsi da parte degli operatori che li ritenessero insufficienti. Ad ogni buon conto, sul punto, il ministro per le Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, in occasione di un’interrogazione di Davide Caparini (Lega Nord) rivolta al ministero dello Sviluppo Economico si è così espressa: «La legge prevede che l’Agcom escluda dalla pianificazione delle frequenze per il digitale terrestre quelle già assegnate ad altri Paesi, pur utilizzate da operatori italiani, per evitare i rischi di procedure d’infrazione da parte dell’Europa. Francia, Slovenia, Croazia e Malta hanno segnalato il problema. Per porvi rimedio, è prevista la liberazione delle frequenze in base a criteri concordati con gli operatori del settore: dal 6 novembre sul sito del MiSe è stata attivata una consultazione pubblica per individuare le modalità, a fronte di un indennizzo economico per gli operatori». (M.L. per NL)