Nella seduta del 14 ottobre scorso, il Consiglio Regionale pugliese ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al fine di sventare il rischio che i provvedimenti in essere a livello nazionale possano determinare la chiusura di tante ed importanti testate televisive pugliesi le cui conseguenze sarebbero disastrose sotto diversi aspetti, da quello della mancanza di pluralità dell’informazione sino all’azzeramento occupazionale dell’intero comparto.
A renderlo noto è il consigliere regionale Giovanni Brigante il quale, facendo proprio l’impegno dell’intero Consiglio Regionale, ha assicurato che continuerà a vigilare sui riscontri attesi con la massima attenzione, impegno doveroso, sottolinea il consigliere regionale, quando si paventi il monopolio sull’informazione o qualsivoglia minaccia di perdita di posti di lavoro.
QUESTO IL TESTO INTEGRALE DELL’ODG:
IL CONSIGLIO REGIONALE
Vista la delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) n. 480/14/CONS del 23 settembre 2014, che modifica il piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale DVB-T, in attuazione dell’articolo 6, comma 8, della legge 21 febbraio 2014, n. 9, rivedendo in senso restrittivo la pianificazione delle reti che usano frequenze oggetto di interferenze accertate nei confronti degli Stati esteri confinanti;
Considerato che:
• l’interferenza verso i Paesi europei confinanti è materia comunitaria, regolata con norme che prevedono sanzioni e procedure di infrazione per gli Stati inadempienti;
• la delibera AGCOM n. 480/2014 prevede il divieto dell’esercizio di trasmettitori operanti sulle frequenze che generano tali interferenze, frequenze comunicate dal Ministero dello Sviluppo economico e riguardanti in gran misura la fascia adriatica e, in particolare, la Puglia;
• per effetto di tali revisione e divieto le frequenze assegnabili alle emittenti locali nella Regione Puglia (tabella 16, allegato 1) risultano 6 rispetto alle 18 a suo tempo assegnate col Bando pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica 14 marzo 2012, n. 31;
• quindi, entro il 31 dicembre 2014 in Puglia si dovrebbero spegnere 12 delle 18 frequenze assegnate;
Facendo presente che:
• l’attribuzione del diritto d’uso delle frequenze di cui al provvedimento citato è disposta "per la durata di 20 anni" da parte del Ministero agli operatori;
• per continuare a operare, le 53 emittenti pugliesi hanno costituito nel 2012 consorzi e intese non conflittuali;
• una volta ottenuto il diritto d’uso, ciascuna emittente ha adeguato i propri impianti investendo milioni di euro, usufruendo anche di fondi europei messi a disposizione tramite il “Bando digitale terrestre” della Regione Puglia, con l’impegno a mantenere lo stato occupazionale per tre anni successivi al 2013, tassativamente previsto tra i requisiti per il riconoscimento del beneficio regionale;
• l’AGCOM ha sempre sottolineato la necessità di assegnare alle emittenti locali un terzo delle risorse radioelettriche, “sulla base della capacità trasmissiva delle frequenze coordinate”, affermando che “allo stato, tenuto conto degli esiti della gara per l’assegnazione di multiplex nazionali, il numero di reti nazionali risulta pari a 20. Pertanto, la proporzione di un terzo delle risorse da destinare alle reti locali o, più precisamente, un terzo della capacità trasmissiva per diffondere programmi locali, è garantita dalla disponibilità di almeno 10 reti locali in ciascuna Regione”;
Rilevando:
• che l’attuazione di quanto previsto dalla delibera AGCOM n. 480/14/CONS produce pesanti conseguenze sul settore televisivo locale;
• che molte aziende – il settore stima un dato pari all’80 per cento dell’emittenza locale – sarebbero costrette a cessare la propria attività, anche pluridecennale, con una perdita occupazionale calcolata in oltre mille posti di lavoro;
Esprimendo forte preoccupazione per la:
• tenuta occupazionale nel settore, con ricadute negative a danno di giornalisti e di personale tecnico e amministrativo delle antenne locali, tanto più in un momento di crisi generalizzata che non consentirebbe una loro ricollocazione;
• “ferita” che lo spegnimento di decine di “voci” locali arrecherebbe certamente al pluralismo dell’informazione e quindi alla stessa democrazia, nella Regione Puglia, nel Mezzogiorno e nel Paese,
CHIEDE
al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello Sviluppo economico:
1. di voler considerare una possibile rilettura del provvedimento e di verificare la possibilità di applicazione di moderne ed affidabili strumentazioni tecniche per annullare le interferenze;
2. che il termine del 31 dicembre 2014 non sia ritenuto tassativo.
Approvato all’unanimità nella seduta del 14 ottobre 2014;
sono risultati assenti dall’Aula al momento del voto i Gruppi MeP, DA, PPT, I Pugliesi e i consiglieri Attanasio e Pellegrino del Gruppo Misto