"In molte regioni le limitazioni all’utilizzo delle frequenze rimanenti non consentono più un’adeguata copertura del territorio".
E’ questa la denuncia di Confindustria RTV all’indomani della pubblicazione della delibera Agcom n. 480/14/CONS che, in applicazione di quanto stabilito dal D. L. N. 145/2013, c.d. “decreto destinazione Italia” convertito con modifiche dalla L. n. 9/2014, modifica Il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale. Come è noto, la Delibera prevede l’esclusione dalla pianificazione di quelle frequenze (comprese quelle definite “EU Pilot” – oggetto cioè di problematiche già segnalate a livello europeo) utilizzate dai paesi confinanti assegnate ad operatori di rete italiani (in prevalenza in ambito locale) e oggetto di situazioni interferenziali accertate dal Ministero dello sviluppo economico alla data del 23/12/2013. La “liberazione” di dette frequenze dovrà poi avvenire per legge entro il 31 dicembre 2014. "Occorre dire – spiega CRTV in una nota – che certamente la Delibera un primo risultato l’ha raggiunto. Infatti la tanto auspicata razionalizzazione dello spettro voluta dall’AGCom e dal Ministero dello sviluppo economico è avvenuta sulla “pelle “di decine di emittenti televisive locali che saranno costrette a chiudere. 76 frequenze regionali dovranno essere liberate dalle emittenti. In molte regioni la Delibera ha poi causato un vero e proprio “sconquasso” radioelettrico in quanto le frequenze disponibili sono state dimezzate (in alcune regioni del versante adriatico le frequenze ora disponibili sono addirittura inferiori a 10 e ciò causa il venir meno della riserva di un terzo della capacità trasmissiva previsto dalla legge a favore delle emittenti televisive locali) e in molti casi i canali rimanenti subiscono limitazioni che li rendono di fatto inutilizzabili anche per l’obbligo di operare nel rispetto dei vincoli radioelettrici “PDV” (punti di verifica territoriali) con altri utilizzatori. Ciò comprometterà definitivamente la continuità aziendale di molte emittenti". Secondo il sindacato televisivo alcune parti della delibera dell’Agcom non sarebbero ancora del tutto chiare. "Non si capisce ad esempio per quale motivo le procedure di accertamento delle interferenze debbano avvenire con metodologie diverse a seconda che si tratti di interferenze segnalate a livello nazionale oppure da un’amministrazione estera. Nel primo caso è prevista infatti una procedura di verifica in contraddittorio tra i soggetti coinvolti; mentre nel secondo caso no. Francamente questo risulta incomprensibile". Un modus operandi inaccettabile, secondo CRTV, che sul punto constata "ancora una volta che l’AGCom e il Ministero dello sviluppo economico invece di garantire regole certe e soprattutto non discriminatorie per le aziende del comparto, le hanno affossate forse in maniera definitiva. Senza contare che a poco più di due mesi dalla scadenza del termine previsto per legge per il “rilascio” delle frequenze, ancora non si conoscono le procedure che dovranno essere messe in atto dal Ministero successivamente alla pianificazione per la c.d. rottamazione volontaria, le eventuali disattivazioni coattive e il pagamento degli indennizzi. L’auspicio è che non vengano riesumate le vecchie e deprecabili graduatorie di assegnazione delle frequenze che hanno escluso molte delle aziende maggiormente strutturate e sulle quali pendono peraltro ancora numerose contestazioni di fronte alla procedura amministrativa". L’Associazione Tv Locali aderente a Confindustria Radio Televisioni chiede "ancora una volta con forza al Governo, che venga rivisto l’importo di venti milioni di euro dell’indennizzo che, come è noto, è assolutamente insufficiente per assicurare la dismissione volontaria delle frequenze tenendo conto anche del fatto che alle emittenti sono stati assegnati diritti d’uso di durata ventennale" e domanda al Sottosegretario Giacomelli "di farsi promotore di una riforma del settore televisivo locale che assicuri la sopravvivenza delle imprese che svolgono un effettivo ruolo informativo e di servizio sul territorio". (E.G. per NL)