DTT, interferenze internazionali: avviata da Agcom la procedura di esclusione dal Piano frequenze dei canali incompatibili con quelli esteri

A seguito della riunione di Consiglio del 21/01/2014, Agcom ha approvato la delibera 26/14/CONS, attraverso la quale ha avviato le procedure per escludere dalla pianificazione DTT i canali riconosciuti a livello internazionale ed utilizzati dai Paesi confinanti, pianificati ed assegnati a network provider ed oggetto di accertate situazioni interferenziali.

Le procedure saranno svolte, nell’ambito della D.R.S.C.E., dall’Ufficio Disciplina delle Risorse Scarse competente in materia. L’intervento dell’Agcom, sul piano giuridico, trae originario impulso dal fatto che in ambito ITU (International Telecommunication Union), oltre a fissare le procedure ed i criteri tecnici di pianificazione, è sancito il principio del c.d. “equitable access”, ovvero l’accesso equo alle risorse spettrali da parte di tutti i Paesi. In base a tale disposizione, da un lato, devono essere pienamente rispettati i diritti già acquisiti da ciascun Paese, mentre, dall’altro, sussiste il diritto di ciascuno all’equa ripartizione delle risorse non ancora assegnate in ambito internazionale. Il rispetto dell’equitable access nella direzione della tutela dei servizi televisivi esteri da parte del nostro Paese ha trovato impegno formale da parte del governo con l’approvazione del D.L. 145/2013, recante “Interventi urgenti di avvio del piano "Destinazione Italia". Detto provvedimento, all’articolo 6, comma 8, prevede che “[e]ntro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avvia le procedure per escludere dalla pianificazione delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre le frequenze riconosciute a livello internazionale ed utilizzate dai Paesi confinanti, pianificate ed assegnate ad operatori di rete televisivi in Italia ed oggetto di accertate situazioni interferenziali. La liberazione delle frequenze di cui al primo periodo deve avere luogo entro e non oltre il 31 dicembre 2014. Alla scadenza del predetto termine, in caso di mancata liberazione delle suddette frequenze, l’Amministrazione competente procede senza ulteriore preavviso alla disattivazione coattiva degli impianti avvalendosi degli organi della polizia postale e delle comunicazioni ai sensi dell’articolo 98 del Codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259”. Tale norma, come avevamo evidenziato all’indomani dell’approvazione, è destinata ad impattare fortemente sulle tv locali operanti nelle aree di confine e su frequenze condivise con quelle di stati esteri, nella misura in cui prevede l’espunzione dal Piano nazionale delle frequenze televisive per il digitale terrestre di quei canali assegnati (a livello internazionale) e utilizzati dai Paesi confinanti (in particolare Slovenia, Croazia, Malta, ma, in prospettiva, anche Svizzera, Tunisia, Francia, Austria) e ciononostante pianificati ed attribuiti a network provider locali italiani dal Ministero dello Sviluppo Economico (nonostante fosse già noto in origine il rischio di insorgenza di interferenze). Ora, dopo il passo di competenza di Agcom, la palla passa al Ministro dello Sviluppo Economico che, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze,  avrebbe dovuto emanare entro il 23/01/2014 il decreto previsto dal D.L. 145/2013 con il quale definire i criteri e le modalità per l’attribuzione (entro il 31/12/2014) di misure economiche di natura compensativa fino ad un tetto massimo di 20 milioni di euro finalizzate al volontario rilascio di porzioni di spettro funzionali alla liberazione dei suddetti canali. (M.L. per NL)

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