Nell’ambito del procedimento di approvazione della legge di stabilità 2015 è stato presentato un emendamento (n.16.38), approvato senza modificazioni, afferente alla problematica delle incompatibilità elettromagnetiche con i paesi esteri confinanti.
La novella, ampiamente preannunciata su queste pagine, prevede l’aumento da 20 e 51 milioni delle misure compensative per la dismissione volontaria dei canali interferenti con quelli assegnati agli stati esteri confinanti e recentemente esclusi dalla pianificazione delle frequenze ex delibera Agcom n. 480/14/CONS. Il monte degli indennizzi, per il quale le anticipazioni di questo periodico hanno trovato piena conferma (erano stati chiesti 100 milioni e ne sarebbero ottenuti la metà, salvo ulteriori riduzioni dell’ultimo minuto), appare decisamente insufficiente anche solo a coprire gli investimenti effettuati dagli operatori per mettere in opera quanto autorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico (nella piena consapevolezza della sua concreta inapplicabilità) e nell’indifferenza delle rappresentanze delle emittenti, sedute ai tavoli ministeriali. E a riguardo degli enti esponenziali, in base ad alcune proiezioni di conteggi eseguite dal sindacato Aeranti-Corallo "sulla base delle reti da dismettere a seguito della citata delibera Agcom e al numero Istat degli abitanti delle aree servite da tali reti" ed "aventi carattere di approssimazione", le suddette misure compensative "dovrebbero essere di circa Euro 0,30 per abitante". "Le stesse restano, pertanto, estremamente irrisorie – spiega l’organizzazione in una nota -. Basti considerare che le misure compensative previste nel 2012 per la dismissione volontaria dei canali della banda 800 (canali 61-69 Uhf) erano di circa Euro 0,55 per abitante. Occorre altresì considerare che gli importi relativi alle misure compensative concorrono alla formazione della base imponibile per l’applicazione delle imposte. L’emendamento differisce, altresì, il termine di dismissione delle frequenze ritenute interferenti con i Paesi esteri dal 31 dicembre 2014 al 30 aprile 2015". Il disegno di legge al vaglio parlamentare recepisce inoltre numerose altre indicazioni fornite da Newslinet.it nei mesi scorsi. Per esempio è previsto che le frequenze attribuite al nostro paese e non assegnate ad operatori di rete nazionali presumibilmente "puri" (cioè senza conflitti d’interessi editoriali), quali i canali UHF 58 e 60 (fino alla liberazione per il potenziamento della banda larga mobile) potranno essere riservate con una gara con la formula del beauty contest (quindi senza oneri economici) ad operatori (nazionali e locali) caratterizzati dal possesso di particolari requisiti economici e tecnici, così come i canali VHF 6, 7, 11 residuati dall’assegnazione del dividendo interno previo assenso dell’UE, col vincolo di destinare la capacità trasmissiva esclusivamente a fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale. E’ stato inoltre previsto l’obbligo per gli operatori di rete in ambito locale titolari di diritti di uso di frequenze attribuite a livello internazionale all’Italia (e quindi pienamente compatibili con lo spettro r.e. di confine) di mettere a disposizione la relativa capacità trasmissiva (con tariffe stabilite dall’Agcom) a fornitori di servizi di media audiovisivi sulla base di una graduatoria redatta con riferimento agli indici di ascolto Auditel, al numero dei dipendenti a tempo indeterminato, al costo del personale giornalistico. "Tale norma – denuncia Aeranti-Corallo – limita fortemente la libertà imprenditoriale sia dei soggetti che sono assegnatari delle citate frequenze, sia dei fornitori di servizi di media audiovisivi interessati. La norma prevede altresì che l’Agcom, nell’adottare il piano Lcn, deve stabilire, con un proprio ulteriore regolamento, le modalità di attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi di media audiovisivi autorizzati alla diffusione di contenuti in tecnica digitale terrestre in ambito locale sulla base della posizione in graduatoria di cui sopra. Ciò comporterebbe la modifica di quasi tutti gli attuali posizionamenti Lcn, con evidenti ripercussioni estremamente negative per ogni emittente che, in tal modo, perderà la propria ricevibilità tecnica da parte di ogni decoder fino alla relativa risintonizzazione. Occorre, altresì, rilevare che la previsione di ulteriori gare per assegnare reti e graduare i fornitori di contenuti contribuirà al mantenimento di una situazione di incertezza permanente, con ulteriori appesantimenti burocratici per le imprese". Da rilevare che le modifiche normative sono state trattate senza alcuna preventiva consultazione coi sindacati di categoria, a dimostrare, ancora una volta l’insignificante peso assunto dalle rappresentazione di settore degli operatori locali per le forze politiche, senza distinzione. (M.L. per NL)