I più praticamente non se se sono accorti, ma il processo di migrazione alla tecnologia T2 del digitale terrestre è iniziato.
“Giusto per dare un’idea del ritmo serrato degli atti e fatti che interesseranno il solo 2018, si pensi che entro una settimana (31/03/2018) dovranno essere definite le procedure di gara per l’assegnazione dei diritto d’uso delle frequenze (banda 700 MHz e bande pioniere 3,6-3,8 e 26,5-27,5 GHz) agli operatori di comunicazione mobile di larga banda (5G)“, spiega Stefano Cionini, avvocato di MCL Avvocati Associati, insegna di diritto amministrativo che gestisce in esclusiva l’Area Affari Legali di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), la quale ha recentemente potenziato l’organico proprio per far fronte alle importanti necessità di assistenza della clientela in vista di questo (e di altri) passaggi tecnologici.“Non oltre il 31/05/2018 – continua l’avvocato che supervisiona la practice Radio e Tv 4.0 di Consultmedia – dovrà essere adottato il nuovo Piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare alla televisione digitale terrestre (PNAF 2018) considerando le codifiche standard più avanzate (T2, appunto) per consentire un uso più efficiente dello spettro ed utilizzando per la pianificazione in ambito locale il criterio delle aree geografiche tecniche (che non necessariamente coincideranno con quelle regionali)”.
“Non basta: un mese dopo, il 30/06/2018 è statuito il termine di adozione, mediante Decreto Ministeriale (competenza Ministero dello Sviluppo Economico), del calendario nazionale di rilascio da parte degli operatori di rete nazionali e locali dei diritti d’uso delle frequenze digitali terrestri (c.d. “tabella di marcia”), da avviare non dopo il 01/12/2020 e da concludersi prima del 30/06/2022, data di roll out del T2“, illustra Cionini.“Inoltre, per il 30/09/2018 dovranno essere assegnate le frequenze in banda 700 MHz (canali dal 49 al 60 UHF), disponibili dal 1° luglio 2022, agli operatori di comunicazione elettronica di larga banda, nonché delle bande c.d. “pioniere” (cioè che per la prima volta verranno impiegate allo scopo) 3,6-3,8 e 26,5-17,5 GHz. Nello stesso termine si prevede: l’adeguamento del Piano nazionale di ripartizione delle frequenze (PNRF); l’avvio delle procedure di selezione per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze ad operatori di rete ai fini della messa a disposizione di capacità trasmissiva a fornitori di servizi media audiovisivi operanti in ambito locale; la definizione dei criteri per la nuova assegnazione delle frequenze della banda 470-694 MHz (canali dal 21 al 48 UHF) ad operatori di rete nazionali in T2″, sottolinea il rainmaker di Consultmedia.“Ma non basta: al 30/11/2018 è fissata l’adozione del nuovo Piano di numerazione automatica dei canali della Tv digitale terrestre (LCN) adattato al T2″ illustra Cionini, che aggiunge: “Entro il 31/12/2018 avranno inizio le procedure per la predisposizione, per ciascuna area geografica tecnica, di graduatorie dei fornitori di servizi di media audiovisivi operanti in ambito locale che potranno utilizzare la capacità trasmissiva messa a disposizione dagli operatori di rete aggiudicatari delle frequenze in T2 destinate a veicolarli”.
Tra un anno, esattamente il 28/02/2019, “è fissato il termine per il rilascio dei diritti d’uso delle frequenze 470-694 MHz (canali dal 21 al 48 UHF) agli operatori di rete in ambito nazionale e rilascio delle frequenze in banda III VHF alla concessionaria del servizio pubblico (RAI) per la realizzazione di un multiplexer regionale in T2“, annota il consulente legale.
“Al 30/06/2019 dovranno essere concluse le procedure di selezione per l’assegnazione dei diritti d’uso su frequenze digitali terrestri ad operatori di rete assegnatari delle frequenze destinate alla messa a disposizione della capacità trasmissiva a fornitori di servizi di media audiovisivi operanti in ambito locale, mentre infine, al 01/07/2022 è statuito il termine per il definitivo rilascio delle frequenze della banda 700 MHz (canali dal 49 al 60 UHF) da parte degli operatori televisivi“, conclude l’avvocato Cionini.
“Per questo motivo è assolutamente essenziale che gli operatori di rete e i fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) – e soprattutto quelli che hanno ancora tutte le attività sotto la medesima ragione sociale – effettuino per tempo quelle operazioni societarie che ritenessero strategiche per i propri obiettivi, come gli spin-off, i conferimenti, le scissioni, le fusioni, che esigono perizie anche complesse per la determinazione dei valori degli asset aziendali“, interviene Giovanni Madaro, senior partner di Consultmedia e responsabile dell’Area Economica, sotto la cui egida avvengono le attività di supporto per tali necessità. “In effetti in questo periodo stiamo già lavorando molto in prospettiva di imminenti separazioni propedeutiche ai nuovi assetti dei futuri operatori di rete”, ci spiega invece Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia che, in coordinamento con gli economisti, si occupa dell’estimo di comparti aziendali.
Nel dettaglio della questione, ricordiamo che sulla G.U. n. 302 del 29/12/2017 S.O. n. 62 è stata pubblicata la L. 205/2017 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020”.
“In linea con gli indirizzi dell’Unione Europea, le procedure di selezione su base competitiva di cui al primo periodo sono definite in coerenza con l’obiettivo di garantire l’utilizzo dello spettro assicurando il più ampio livello di copertura e di accesso a tutti gli utenti ai servizi basati sulla tecnologia 5G, sul territorio nazionale, tenuto conto della durata dei diritti d’uso concessi, garantendo benefici socio-economici a lungo termine“, conclude Madaro.
Per approfondimenti, rimandiamo all’ampia disamina già effettuata sull’argomento. (E.G. per NL)