La pubblicazione del decreto ministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico concertato con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo fonti interpellate da questo periodico potrebbe avvenire a ridosso del termine del 30 aprile.
Ricordiamo che la decisione del governo di intervenire sui casi conclamati di interferenze con i paesi confinanti (Croazia, Slovenia, Francia, Malta), con l’esclusione dalla pianificazione e la conseguente liberazione delle frequenze in modo definitivo aveva fissato il termine ultimo proprio al 30 aprile 2015. Il decreto recante la procedura per l’attribuzione delle misure economiche compensative (quasi 51 mln di euro) per la liberazione delle frequenze DTT incompatibili con le emissioni estere dovrebbe prevedere trenta giorni per presentare le domande telematiche per partecipare alla ripartizione degli indennizzi a favore di coloro che libereranno le 76 frequenze incompatibili con le trasmissioni internazionali senza richiedere una riassegnazione. Nel merito, sul piano dei destinatari, la complicata formulazione vedrebbe confermato l’ordine che vuole al primo posto, ovviamente, i titolari di diritti d’uso (in sequenza: regionali, poi pluriprovinciali, provinciali o limititati all’area di servizio dei singoli impianti, costituiti però sotto forma di intesa regionale) dei canali incompatibili, seguiti dalle società consortili e, da ultimo, coloro che, indipendentemente dal canale utilizzato, vogliono approfittare di una delle (si suppone) ultime occasioni per dismettere l’attività a fronte di un corrispettivo governativo (che dovrebbe pervenire entro il 31 luglio 2015, ovviamente ad avvenuta e certificata dismissione dei canali). Il provvedimento dovrebbe prevedere che, nell’ipotesi in cui non sia raggiunto il numero delle frequenze da liberare, si compili una graduatoria in base all’offerta di tutti i soggetti richiedenti, sulla base della quale verrà accolta l’offerta più bassa (in caso di parità di offerta si procede a sorteggio). Il DM introdurrebbe poi la possibilità di ampliare la rottamazione stessa oltre lo stretto necessario (stretto si fa per dire, ovviamente…), prevedendo la liberazione di risorse incompatibili a libello provinciale su scala regionale; soluzione che certamente attirerà non poche contestazioni, posto che potrebbe alterare le quote di distribuzione delle risorse, già valutate tra 1/2 e 1/3 del valore di mercato (a secondo delle aree). I soggetti titolari di diritti d’uso per frequenze incompatibili che non parteciperfanno alla procedura per l’attribuzione delle misure compensative (in sostanza gli operatori di rete che intendono proseguire l’attività) dovranno esprimere manifestazione d’interesse, in ordine di priorità, per l’assegnazione di frequenze pianificate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. (M.L. per NL)