L’allarme lo ha lanciato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo, ma il pericolo interessa anche aree disagiate, dal punto di vista televisivo, di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Liguria.
Cosciente del rischio che intere "valli laterali" (così si chiamano in gergo tecnico le aree montane limitrofe ai bacini principali), oggi illuminate da impianti analogici assentiti ex art. 30 D. Lgs. 177/2005 dal Ministero dello Sviluppo Economico a comunità montane ed enti pubblici locali (generalmente comuni) che dovranno essere spenti il giorno dello switch-off, siano oscurate per settimane intere (se non mesi), Tondo ha chiesto al dipartimento delle Comunicazioni diretto dal viceministro Paolo Romani che si adottino le contromisure del caso. Quel che è da evitare è che si ripeta il black-out che aveva azzerato per diversi mesi la ricezione tv in Piemonte occidentale (provincia di Cuneo in primis) ed in vaste aree del Trentino e dell’Alto Adige (ai disagi era stata dedicata una burrascosa puntata di "Mi manda Rai 3"). Rispondendo in Consiglio regionale al Question time del consigliere regionale Maurizio Salvador (Udc), il presidente della Regione FVG ha spiegato che e’ stato anche chiesto che ”le procedure per le autorizzazioni siano accelerate, in modo da avere il minor disagio possibile nella fase di passaggio al digitale”. Il passaggio dal sistema analogico a quello digitale, ha sottolineato Tondo in aula, ”e’ una operazione complessa, soprattutto per quanto riguarda i territori montani”. Difficile, tuttavia, che da parte dell’ancora acefalo Ministero dello Sviluppo Economico si riesca a rilasciare autorizzazioni agli enti locali per la conversione in digitale degli impianti analogici quando, a meno di un mese dall’inizio dello switch-off nell’AT3, ancora non si conoscono le singole assegnazioni alle tv locali. (M.L. per NL)