"Vendesi ramo aziendale di operatore di rete televisiva in tecnica digitale via etere terrestre (c.d. “Network Operator”) che, attraverso il proprio sistema di diffusione di segnali radiotelevisivi digitali interregionale multifrequenziale (c.d. “multiplex” o “MUX”), trasmette palinsesti di fornitori di servizi di media audiovisivi terzi in standard DVB-T".
E’ questo l’annuncio della vendita del network provider Tivuitalia comunicato dalla controllante Screen Service (che si definisce "operatore integrato, attivo nella produzione di apparati e servizi per lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia per la radiotrasmissione del segnale televisivo digitale"). Il ramo aziendale (dove non si qualifica il titolo amministrativo relativo ai diritti d’uso come "nazionale", anche se l’operatore sul proprio sito si definisce tale), fa sapere lo studio professionale incaricato di gestire la vendita, è così composto: "1) autorizzazioni, concessioni, certificazioni, licenze, diritti d’uso e permessi relativi all’attività dell’azienda, ivi incluse concessioni d’uso rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico; 2) rapporti contrattuali in essere, ivi inclusi contratti di locazione, di c.d. ospitalità e di manutenzione relativi alle postazioni sulle quali sono installati gli apparati, oltre che i contratti attivi in essere per la fornitura di banda ai clienti; 3) ripetitori della rete di distribuzione e ponti radio della rete di contribuzione; 4) altre immobilizzazioni immateriali residuali rapporti di lavoro subordinato in essere con 3 (tre) dipendenti". Si avvicina così all’epilogo l’ambiziosa avventura della lombarda Screen Service nell’intricato mondo del digitale terrestre nazionale attraverso la controllata Tivuitalia, che il 28 maggio scorso aveva depositato presso il Tribunale di Brescia, sezione fallimentare, un ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo senza suddivisione in classi dei creditori. Nell’occasione Tivuitalia aveva modificato la proposta concordataria dall’ipotesi iniziale di concordato in continuità (come comunicato in data 4 aprile 2014) tenuto conto della necessità della Capogruppo di rivisitare il piano industriale con un minore sostegno alla controllata, attraverso un impostazione incentrata su una continuità aziendale c.d. “indiretta” e finalizzata proprio alla cessione dei diritti d’uso e della rete di trasmissione e diffusione. (M.L. per NL)