C’è chi dice che la colpa dell’insuccesso della fugace avventura di Sony Pictures Television sul digitale terrestre sia la scarsità dell’offerta dei canali 55 (Cine Sony) e 45 (Pop) rilevati da Retecapri solo due anni fa.
In realtà, più probabile pare essere l’entrata di Sony sulla piattaforma terrestre fuori tempo massimo, quando il modello IP on demand di Netflix si era già consolidato cambiando pesantemente la fruizione di film e fiction.
Abbiamo già scritto numerose volte che la possibilità di accedere ad un’offerta “cinema” enorme, di qualità, low cost e, soprattutto, quando si vuole e si può vedere quel che si preferisce senza dipendere dagli orari prefissati della tv lineare, sta inducendo tutti i player della tv tradizionale (quella via etere) a cambiare schemi di programmazione consolidata, nella direzione dell’informazione, dell’approfondimento, dello sport, dell’intrattenimento, della musica (visual radio in particolare) e dell’infotainment.
“Non c’è futuro per canali DTT di soli film e serie televisive: l’erosione dei servizi di streaming video on demand sarà progressiva ed inarrestabile e dal 2022, con l’introduzione del 5G e le smart tv potenzialmente connesse ad internet che costituiranno il 90% del parco tv, l’aggressione dell’IP sull’etere sarà insostenibile da parte degli attuali player del DTT”, commenta Giulia Cozzi della practice Radio-Tv 4.0 di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico). “Non devono quindi stupire i processi di disimpegno da canali tarati su un modello che presto i telespettatori considereranno anacronistico”.
Tuttavia, per un certo tipo di contenuto, come il real time, il DTT è tuttora imprescindibile ed è per questo che alla notizia della volontà di Sony di alienare gli asset del digitale tv terrestre si sono fatti avanti diversi operatori.
Secondo alcune indiscrezioni raccolte dalla stampa economica, tra i pretendenti vi sarebbero Viacom, considerata favorita perché già concessionaria della pubblicità dei due canali (attraverso Viacom Pubblicità & Brand Solutions), soprattutto per il canale 45 (il player vuole espandere l’attività nell’area visto il successo di Nickelodeon in esclusiva su Sky).
Sul 45 però punterebbero anche De Agostini (già editore di Alpha su LCN 59 e Super! sul 47 in joint venture con Viacom), anch’essa interessata al target bambini/ragazzi, ma che potrebbe decidere di non entrare in competizione con Viacom, preferendo definire una joint venture con essa, e Fox, che sotto il nuovo cappello della Disney (che presenterà ad aprile il proprio servizio di SVOD in aperta competizione con Netflix) ha il core sulla stessa tipologia di pubblico.
Manifestazioni di interesse sarebbero state ventilate anche da Mediaset, mentre il gruppo Discovery che all’inizio sembrava voler concorrere, si sarebbe chiamato fuori.
Tuttavia, se pretendenti per il 45 non mancano, più complessa è la situazione per il 55 dove solo Fox sembra avere idee oggettivamente compatibili col nuovo scenario competitivo con l’IP Tv.
Rumors vorrebbero infatti la volontà di Disney di riportare in Italia, collocandolo sul 55, FX, il prodotto di Fox già presente nel bouquet di Sky fino al 2011, anno dal quale i contenuti sono stati redistribuiti su Fox e Fox Crime. In questo caso, tuttavia, la strategia sarebbe quella, già impiegata da Sky, di sfruttare il DTT non già come un vettore improbabilmente autosufficiente sul piano economico per quel tipo di contenuto, ma strumentale al più promettente IP, utilizzandolo come volano promozionale di un catalogo più ampio disponibile sulla nuova piattaforma SVOD di Disney. La chiave di lettura della tattica di Disney sarebbe infatti quella di intercettare attraverso il DTT non già i clienti fidelizzati di Netflix, ma quelli che ancora non hanno conosciuto l’universo dello streaming video on demand e che per ora sono di gran lunga la maggioranza.
Per Mediaset, invece, l’interesse per il 55 sarebbe limitato alla ricollocazione di Italia 2 da LCN 120. (E.G. per NL)