In un convegno organizzato dall’emittente locale ligure Primocanale, è stato prospettato un passaggio difficile per gli utenti: molti potrebbero infatti rimanere "al buio".
Il 28 giugno scorso, Primocanale ha organizzato un convegno sul tema dello switch-off alla tv digitale terrestre, che com’è noto in Liguria dovrebbe avvenire tra i mesi di novembre e dicembre 2010. All’incontro hanno partecipato rappresentanti ad alto livello degli enti locali, esponenti sindacali e di emittenti TV delle regioni confinanti già “digitalizzate”, amministratori di condominio e antennisti. La lunga relazione iniziale di Maurizio Rossi, editore di Primocanale, ha evidenziato con lucidità, competenza tecnica e anche con toni spesso duri e polemici, i problemi che si stanno ponendo e si porranno per l’emittenza locale durante la fase di transizione, a partire da quelli tipici della realtà ligure. In questa regione, infatti, la particolare conformazione orografica ha prodotto un’altissima densità di impianti: quanti di questi potranno essere e saranno effettivamente sostituiti con apparati digitali, considerati i costi proibitivi in rapporto al numero esiguo degli utenti da servire? Altro dato tipico della Liguria è il gran numero di impianti di ricezione canalizzati, circostanza questa confermata anche dai rappresentanti degli antennisti. Essendo questi impianti “filtrati” su ben precise frequenze, non potranno quasi certamente essere utilizzati per ricevere i nuovi canali digitali. Gli utenti, anche in ambito cittadino, saranno costretti in massa a rivolgersi agli antennisti per gli interventi necessari, con i relativi costi e soprattutto il rischio di rimanere senza TV per un tempo indefinito. Problema naturalmente aggravato anche dall’assegnazione delle frequenze che potrebbe arrivare all’ultimo minuto. E proprio a partire dalla ben nota questione delle assegnazioni, Rossi si è lungamente soffermato anche sulle problematiche di attualità nazionale, come la regolamentazione dell’LCN e i tagli dei contributi e delle provvidenze per l’editoria. Di fatto costrette a far fronte ad un passaggio tecnologico epocale, le emittenti locali rischiano di uscire dal mercato con tragiche conseguenze, così come confermato dagli interventi dei rappresentanti di imprese televisive piemontesi e lombarde già digitalizzate: Claudio Franzin di Primantenna ha parlato di una riduzione del 40-50% di ascolto per le locali (con conseguente riduzione degli investimenti pubblicitari), mentre gli esponenti sindacali hanno evidenziato le ricadute pesanti sul piano dell’occupazione che la crisi del settore potrebbe provocare. Pressoché unanime il coro dei rappresentanti delle istituzioni locali (erano presenti i presidenti del Consiglio Regionale, della Provincia di Genova e del Co.Re.Com, nonché il Sindaco di Genova) a sostegno delle imprese radiotelevisive liguri e degli utenti, con rituali esortazioni a “fare sistema” e “istituire tavoli” per affrontare la situazione. Un po’ paradossale invece l’assenza di esponenti del Ministero dello sviluppo economico – Comunicazioni, che avrebbero potuto forse fornire risposte concrete agli interrogativi posti, più di quanto non abbia potuto fare il senatore Luigi Grillo (presidente della VIII Commissione trasporti e comunicazioni) designato per l’occasione (e suo malgrado) da Rossi a rappresentante del governo. Grillo non ha potuto infatti fare altro che impegnarsi a far cambiare idea un po’ a tutti, da Romani a Tremonti fino all’Agcom, per cercare di mettere una pezza rispetto a decisioni fondamentalmente già prese su altri tavoli. In conclusione, riuscita l’impresa di tratteggiare un quadro discretamente catastrofico, l’editore di Primocanale ha fatto appello a tutti i presenti per chiedere a gran voce un rinvio delle operazioni di passaggio al digitale in Liguria, in attesa di regole certe e prospettive più sicure. Sarà ascoltato? (E.D. per NL)