Mentre alcuni rumors danno per possibile un (breve) slittamento del decorso dal 3 gennaio 2022 delle operazioni di switch-off del nord Italia, le decisioni sull’avvicendamento delle codifiche MPEG-2 e MPEG-4 (che recepiscono l’ostinazione a voler prolungare la vita oltre i limiti naturali della prima) rischiano, attraverso una destabilizzante inversione delle occupazioni degli archi LCN dei canali generalisti primari, di creare confusione in un già pasticciato processo di refarming. Il quale, programmato nel 2017, è stato di fatto organizzato ed attuato negli ultimi 12 mesi. Dopo una incomprensibile ed immane perdita di tempo di 3 anni.
La riunione
Si è tenuta in videoconferenza il 15 dicembre 2021 l’audizione degli stakeholders da parte del Ministero dello Sviluppo economico, per l’attuazione dell’art. 6 comma 2 del decreto 19 giugno 2019 e successive modifiche e integrazioni. Oggetto di attenzione: l’avvicendamento delle codifiche MPEG.
Calendario
Tale provvedimento, come noto, reca la “Fissazione di un calendario nazionale che individua le scadenze della tabella di marcia ai fini dell’attuazione degli obiettivi della decisione (UE) 2017/899”, ai sensi dell’art. 1, comma 1032, della legge n. 205/2017, come modificato dall’art. 1, comma 1106, della legge n. 145/2018.
Il dettato normativo
Il decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 19 giugno 2019 (poi modificato dai decreti 15 dicembre 2020 e 30 luglio 2021) disciplina il calendario per il rilascio delle frequenze da parte di tutti gli operatori di rete titolari di relativi diritti d’uso in ambito nazionale e locale ai fini dell’attuazione degli obiettivi della decisione (UE) 2017/899, del 17 maggio 2017.
Codifiche MPEG
In particolare, l’articolo 6 del decreto del Ministro dello Sviluppo economico 19 giugno 2019 ha previsto l’avvio della dismissione della codifica DVBT/MPEG-2 in favore (almeno) della codifica MPEG-4 su standard DVBT, dal mese di ottobre 2021 “con il coinvolgimento di un numero rappresentativo di programmi”.
Lo switch-off di codifiche di ottobre 2021
Conseguentemente, dal 20 ottobre 2021, 15 programmi nazionali sono trasmessi esclusivamente con codifica DVBT/MPEG-4. “Detta modifica tecnologica – ha spiegato il Mise – è stata preceduta e accompagnata da una specifica ed intensa campagna di comunicazione e da un forte incremento delle vendite di apparecchi di ricezione televisiva (TV e decoder) anche con il sostegno del contributo pubblico”.
MPEG-2 non deve morire
L’articolo 6 del decreto prevede al comma 2 che la completa dismissione della codifica DVBT/MPEG-2 sia definita con un successivo provvedimento da emanare entro la fine del 2021, considerando gli effetti delle misure intraprese.
Date & modalità…
Pertanto, ha sottolineato il Mise, “considerati gli effetti positivi delle misure indicate e verificato l’andamento e la stima nei prossimi mesi delle vendite degli apparecchi televisive, è necessario definire la data e le modalità di dismissione della codifica DVBT/MPEG-2″.
… e pesi & misure
Il Ministero ha ritenuto “nell’interesse generale garantire la ricezione da parte degli utenti, la continuità di impresa degli operatori del settore e agevolare contestualmente la migrazione tecnica di un’ampia parte della popolazione verso standard di trasmissione avanzati. In particolare, si è ritenuto opportuno distinguere la tempistica della dismissione della codifica DVBT/MPEG-2 tra gli FSMA in ambito locale e quelli in ambito nazionale”.
FSMA in ambito nazionale
Per gli FSMA nazionali “preliminarmente è necessario evidenziare che, per ragioni tecniche, in considerazione della struttura delle reti, la dismissione della codifica DVBT/MPEG-2 in favore della codifica MPEG-4 su standard DVBT è tecnicamente fattibile solo contemporaneamente sull’intero territorio nazionale, per ogni programma trasmesso, e non tramite un fattore geografico per area”.
8 marzo: festa del MPEG-4
A riguardo, il Mise ha previsto l’attivazione generalizzata della codifica DVBT/MPEG-4 per la trasmissione di tutti i programmi diffusi in ambito nazionale, “garantendo un uso più efficiente dello spettro ed una maggiore capacità trasmissiva disponibile durante lo spegnimento di reti nelle fasi della transizione facilitando la stessa e consentendo la continuità di impresa, indicando – nella fase temporale prevista per lo svolgimento delle attività di cui all’art. 5 nell’Area 2 e Area 3 di cui alla Tabella 4 del decreto del Ministro dello Sviluppo economico 19 giugno 2019 e successive modifiche – in una specifica data unica per tutto il territorio italiano, per ragioni tecniche, individuata nel giorno 8 marzo 2022, giorno in cui la maggior parte della popolazione delle suddette aree geografiche sarà interessata dalle operazioni di refarming delle frequenze”.
Nazionali SD nell’arco HD
Con una decisione di dubbia efficacia sostanziale e di sicuro effetto confusorio, il Mise ha ritenuto “comunque di consentire agli FSMA nazionali di ripetere in simulcast programmi con la codifica DVBT/MPEG-2, con l’obbligo di utilizzare per i canali generalisti di cui all’art. 3 comma 3 della delibera n. 116/21/Cons dell’Agcom la numerazione ivi indicata per la trasmissione con la codifica DVBT/MPEG-4, al fine di agevolare la migrazione tecnica di un’ampia parte della popolazione verso standard di trasmissione avanzati”.
L’idea geniale
In sostanza, l’utenza con tv non in grado di ricevere la codifica MPEG-4 potrà vedere i principali canali generalisti nell’arco 500 in MPEG-2, mentre sulle numerazioni primarie (1° arco 1-99, blocco 1-9) vedrà quelle in H264. Ciò, secondo il curioso ragionamento, dovrebbe comunque incentivare l’avvicendamento dei ricevitori (tv e decoder), ma garantire il diritto alla visione dei programmi tv ai meno abbienti. Almeno per qualche mese.
3 cifre
Il risultato, abbastanza scontato, sarà l’ennesima confusione, considerato che occorrerà spiegare alle fasce deboli (economicamente) che per vedere i pochi canali residuati in MPEG-2 dovranno digitare 3 cifre.
MPEG-2: termine ultimo al 31 dicembre 2022
Peraltro, la completa dismissione della codifica DVBT/MPEG-2 dovrà avvenire entro il giorno 31 dicembre 2022.
FSMA in ambito locale
Per “un criterio di ragionevolezza e economicità” (?!, ndr), per gli FSMA in ambito locale il Mise ha “ritenuto di prevederla in coincidenza nelle diverse Aree geografiche con le attività di attivazione delle frequenze delle nuove reti di cui all’art. 5, secondo il calendario previsto per ognuna delle stesse Aree nella Tabella 4 del decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 19 giugno 2019″.
Riserve
E ciò “fatta salva la necessità di indicare nelle regioni, province ed aree già interessate dalle attività del refarming delle frequenze alla data dell’attivazione generalizzata della codifica DVBT/MPEG-4 da parte degli FSMA nazionali, la coincidenza nello stesso giorno al fine di usufruire degli effetti della risintonizzazione per i programmi diffusi sull’intero territorio italiano.” (E.G. per NL)