Paolo Gentiloni nel digitale terrestre ci crede. E molto.
Lo dimostra il risultato da lui ottenuto per lo stanziamento di (ulteriori) ingenti risorse economiche da parte di un governo dalla cinghia stretta (e dal futuro traballante) per lo sviluppo di tale tecnologia.
Il ministro che tenta di riformare la Gasparri ci prova anche col sito Internet istituzionale, a sensibilizzare il pubblico (per ora invero piuttosto freddo) verso le “gioie” di una tecnologia che egli reputa evidentemente miracolosa.
Sta di fatto che, al di là degli entusiastici proclami, il DTT non ha raggiunto nel 2006 nemmeno il 7% (è al 6,6) dell’utilizzo (nonostante campagne pubblicitarie governative a gogo, investimenti milionari sia per l’ammodernamento degli impianti di diffusione che per l’incentivazione all’acquisto dei decoder), quando la web tv (zitta zitta) è già al 2,5 ed il sat viaggia (per la gioia di Murdoch, che del DTT si è sempre fatto un baffo) verso il 17%.
Bene farebbe, invero, Gentiloni (e con lui i suoi sottosegretari) ad occuparsi di problemi veramente “terrestri”, come, per esempio, il fatto che i suoi ispettorati territoriali sono senza fondi da mesi, sicché, semmai avessero le possibilità teorica di funzionare, sono costretti al palo, quando non navigano a vista in attesa da anni di una dirigenza stabile (come è il caso di Milano).
Ad ogni modo, giusto per inalare un’altra dose di concetti fumosi (che dal 2001 respiriamo in tutte le fragranze), leggiamo quanto scrive Gentiloni sul sito del MinCom a proposito della “avveniristica” tecnologia.
Il sistema televisivo che ci ha accompagnati per cinquant’anni verrà completamente sostituito, entro il 2012, dalla tecnologia digitale terrestre, in linea con quanto previsto dalla Commissione Europea.
La TV digitale terrestre – in sigla T-DVB (Terrestrial Digital Video Broadcasting) , operando in modo altamente tecnologico renderà possibile la convergenza multimediale, utilizzando segnali digitali simili a quelli dei computer, di Internet, dei CD e della telefonia mobile.
La transizione dalla TV analogica a quella digitale, coinvolgerà progressivamente oltre 50 milioni di apparecchi televisivi del nostro Paese.
Le aziende costruttrici, a breve, inizieranno la commercializzazione di tv con decoder integrato e, progressivamente, si produrranno ricevitori di qualità a costi molto bassi (poche decine di euro).
Il decoder è un dispositivo elettronico in grado di ricevere il segnale digitale proveniente dall’antenna, a differenza della ricezione satellitare per la quale si deve necessariamente disporre di una parabola – il segnale digitale terrestre può essere captato dalle comuni antenne analogiche già installate nelle nostre case – .
Perché è così urgente “spegnere” la televisione analogica?
La tecnologia digitale consiste in un maggior numero di canali con la stessa quantità di frequenze, inoltre, con i programmi e i prodotti digitali, si potranno offrire ai cittadini una varietà di servizi di facile accesso. Sarà possibile utilizzare il mezzo televisivo per accedere a servizi di informazione e di pubblica utilità o effettuare transazioni commerciali, tramite accesso a centri di servizio, gestiti dalle emittenti televisive o da terzi fornitori di servizi, ed interagire con gli enti locali, usufruendo dei loro servizi. Grazie alla moltiplicazione dei canali finirà l’era della scarsità “frequenziale” su cui si è costruita la storia della televisione analogica. Attualmente le frequenze sono una risorsa pubblica e limitata, saccheggiata disordinatamente da trent’anni. E’ indispensabile dunque mettere ordine per accompagnare il necessario periodo di transizione al digitale. In questo contesto si è mosso il Ministro Gentiloni, avviando il censimento delle frequenze, premessa per la loro equilibrata assegnazione.
Perché migliorerà la programmazione tv?
La moltiplicazione dei canali operata dal digitale terrestre comporterà anche un ampliamento qualitativo dei programmi. E’ presumibile che l’offerta di contenuti nuovi e appetibili comincerà ad aumentare, stimolando la domanda e spingendo progressivamente 20 milioni di famiglie ad acquistare il decoder, almeno per uno dei due o tre televisori presenti nelle case. Si avrà una tv meno generalista e sempre più tematica. A differenza della satellitare, a pagamento e diretta solo alle fasce alte della popolazione, per il digitale terrestre è stato scelto invece il modello gratuito.
Perchè la tv digitale terrestre è tecnicamente superiore a quella analogica?
La ricezione del segnale, immune dai disturbi di propagazione tipici della trasmissione analogica, sarà più uniforme nell’area di copertura. Per il segnale audio, sarà possibile raggiungere una qualità pari a quella dei DVD.
Parlando della caratteristica interattiva della tv digitale terrestre si potrà, attraverso semplici azioni sul telecomando, opportunamente progettato per essere semplice nell’utilizzo, partecipare attivamente ai programmi tv (espressione di preferenze, selezione di prodotti e altro).
Concludendo, con l’introduzione della tv digitale terrestre, il tradizionale apparecchio televisivo si trasformerà in un nuovo e pratico strumento interattivo, evoluzione di un percorso tecnologico già avviato e reso possibile dallo sviluppo della tecnologia digitale.