Proprio in questi giorni il Commissario Europeo per la concorrenza, lo spagnolo Josè Almunia, è a lavoro per concludere l’esame del documento inviatogli dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani sulla gara non competitiva che, una volta conclusa, andrà a rafforzare – gratuitamente – il duopolio televisivo RAI-Mediaset, anche ai tempi del digitale.
Questa, almeno l’opinione diffusa, su cui ha insistito Il Fatto Quotidiano in un articolo pubblicato ieri sul suo sito web, a firma di Matteo Cavallito e Lorenzo Galeazzi, che hanno definito il beauty contest l’ennesimo “enorme regalo del governo per i canali di Silvio Berlusconi e la tv di Stato”. Gli autori dell’articolo sostengono di aver visionato la bozza di lavoro del documento che Romani ha inviato a Bruxelles e “quello che fino a ieri era una fondata supposizione – scrivono – ora è scritto nero su bianco. Le regole che il governo ha steso per l’assegnazione delle nuove frequenze vanno tutte a vantaggio della tv di Stato e delle reti del Biscione”. Come ormai sanno anche le pietre – ma è sempre meglio ribadirlo puntualmente – il beauty contest, che sulla carta avrebbe dovuto democratizzare l’oligarchia che regna da decenni nel sistema televisivo italiano – ai tempi dell’analogico – privilegerà i partecipanti all’asta non competitiva con già affermata esperienza nel settore, che godono del privilegio di impianti di trasmissione lungo la penisola. Questi e altri aspetti contribuiranno alla compilazione di una graduatoria in cui i network col punteggio più alto si vedranno assegnate gratuitamente nuove frequenze DTT. Favorire i nuovi entranti nel mercato, si diceva. In realtà, i sei ghiotti multiplex (5 DVB-T e 1 DVB-H/DVB-T2) messi gratuitamente a disposizione dallo Stato saranno suddivisi in tre blocchi, uno dei quali sarà aperto anche agli operatori nazionali già attivi in questo mercato, che ovviamente ne approfitteranno, godendo di una condizione di vantaggio infrastrutturale rispetto ai nuovi entranti. Allo stato l’unico competitor di spessore nella gara sarà Sky Italia, sulla cui possibilità di partecipazione alla gara Paolo Romani aveva sollevato dubbi, poi definitivamente dipanati da un parere del Consiglio di Stato che ha dato il via libera a Murdoch. Altro punto controverso della carta che Romani ha inviato ad Almunia, secondo il Fatto, riguarderebbe l’assenza di ogni riferimento alla disciplina di gara: chi comporrà la commissione esaminatrice? Chi sarà l’advisor? Secondo una fonte del quotidiano diretto da Antonio Padellaro, questo ruolo sarà ricoperto dalla Fondazione Bordoni di Enrico Manca, “un ente che dipende direttamente dal dicastero dello Sviluppo economico. I commissari – scrivono ancora – che decideranno chi vincerà la gara saranno nominati da un ente che dipende direttamente dal ministero dello Sviluppo economico”. Tutto ora è nelle mani di Almunia, che potrà scegliere se richiedere l’invio al suo ufficio anche della disciplinare di gara, prima di prendere una decisione, accettare oppure rigettare la proposta. Dovesse ricevere il via libera dalla Commissione Europea, il Ministero sarà libero di decidere in totale autonomia riguardo la disciplinare (e magari, nel frattempo, Mediaset potrà continuare ad utilizzare il canale 58 UHF, risorsa del dividendo interno che lo scorso agosto il ministro ad interim Berlusconi aveva autorizzato per sei mesi per test HD e il cui utilizzo ad oltranza la settimana scorsa l’a.d. di Sky aveva contestato con una lettera a Romani). Dovesse ricevere un parere negativo, il beauty contest si sposterà (ancora) nel tempo e con esso slitterà l’ingresso nell’etere terrestre italiano di un pericoloso concorrente per Mediaset e RAI. Come si può vedere, comunque vada, per i big player sarà un successo. (G.M. per NL)