Sardegna, FSMA: graduatoria rivista. Film già visto nel 2010: non c’è niente di più instabile delle graduatorie definitive. Era stato così con i diritti d’uso e le attribuzioni LCN di prima generazione, sarà così col nuovo giro sulla giostra digitale terrestre.
Il Mise ha annullato d’ufficio la graduatoria FSMA dell’Area Tecnica 18 pubblicata il 01/10/2021 e conseguentemente quella successiva alla seduta pubblica, pubblicata il 06/10/2021.
Nel merito, il Ministero ha rivisto la graduatoria dei fornitori di servizi di media audiovisivi della Sardegna, estromettendo alcuni soggetti. Che, molto probabilmente, ricorreranno al TAR aggiungendosi a quelli esclusi in prima battuta per motivazioni già sub judice (che in un caso NL ha avuto modo di esaminare, riscontrandone argomentazione persuasive).
Non si tratta di pochi ricorsi, potenzialmente: è infatti stato reso noto che erano state presentate ben 42 domande per FSMA, di cui solo 29 ammesse alla procedura. Numero ora ridotto a 27.
Nuova seduta pubblica a seguito della graduatoria rivista
Il primo deleterio risultato della graduatoria rivista è, naturalmente, la fissazione (in data da destinarsi) di una nuova seduta pubblica per l’assegnazione della capacità trasmissiva, da suddividersi su un numero inferiore di partecipanti. Perlomeno, non avrà luogo un nuovo sorteggio tra i soggetti aventi medesimo punteggio (generalmente pari a zero), considerato che il Ministero ha disposto il mantenimento degli esiti precedenti.
La fretta genera l’errore in ogni cosa
Gli errori, sono figli della fretta, ovviamente: pochi funzionari incaricati di gestire in extremis procedure complesse possono facilmente incorrere in errori e, se una responsabilità va ricercata, essa è da unicamente imputare agli organi apicali che hanno condotto a questo spaventoso ritardo nella gestione di un processo estremamente complicato, giungendo a pochi mesi dalla data limite del giugno 2022.
Aspettiamoci altri casi simili
Sta di fatto che se pasticci sono già emersi in una regione relativamente tranquilla come la Sardegna (dal punto di vista del numero dei fornitori di servizi di media audiovisivi esistenti), ci si può ben immaginare cosa accadrà nelle aree calde come Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Sicilia, Puglia, Campania.
Intransigenza a carico degli altri
C’è poi un secondo problema: la posizione intransigente del Mise sui fornitori di servizi di media audiovisivi, incentivata dalle grandi emittenti locali per limitare la competizione sul già magro mercato pubblicitario locale – inaridito soprattutto dal dumping effettuato dai new media (social media e OTT del web in testa) -, non lo è altrettanto da parte dei network provider.
Mux empty
Quest’ultimi rischiano di vedere inoccupata una parte del proprio mux, così pregiudicando il proprio target economico. Un operatore di rete puro ha, infatti, come unico obiettivo quello di vendere tutta la capacità trasmissiva disponibile e non di conciliare la stessa con misure rigide fissate a tavolino dai burocrati, sacrificando il principio del massimo sfruttamento possibile di una risorsa scarsa.
Rischio rinuncia
Si potrebbe quindi arrivare al niente affatto remoto caso di rinunce a diritti d’uso di secondo livello per insostenibilità dei costi rispetto ai ricavi. Con evidente ricadute sugli incolpevoli FSMA che non troverebbero più vettori disponibili. (M.L. per NL)