Mentre è iniziato il duello per la sopravvivenza sulle frequenze tv che residueranno dalla cernita del 2020 (o, al più, del 2022), è attualissimo il discorso dell’interregno tra le emissioni in T1 e quelle in T2, con un sempre maggior numero di provider d’accordo sul fatto che la tecnologia H264/Mpeg4, alla luce dell’attuale parco ricevitori in grado di ricevere tale codifica, sia la soluzione più adatta, anche se l’affacciarsi con determinazione della sua evoluzione, l’H265/Hevc, potrebbe far cambiare idea a molti.
Ma cosa sono e quali differenze hanno questi due formati?
L’H264 o Mpeg-4 AVC (Advanced Video Codec) o Mpeg-4 Part 10, designazione formale ISO/IEC 14496-10 o ITU-T H.264, è un formato standard di compressione video digitale con perdita creato dal Moving Picture Experts Group. Nel maggio 2003 è stata completata la stesura finale della prima versione dello standard, nelle edizioni successive sono state aggiunte varie estensioni alle sue funzionalità.
L’High Efficiency Video Coding (HEVC o H.265) è invece uno standard di compressione video approvato il 25 gennaio 2013, erede proprio dell’H.264/Mpeg-4 AVC (Advanced Video Coding, codifica video avanzata), sviluppato dal Moving Picture Experts Group (MPEG) e dal Video Coding Experts Group (Vceg) dell’ITU-T sotto il nome di ISO/IEC 23008-2 Mpeg-H Part 2 e ITU-T H.Hevc. MPpeg e Vceg hanno stabilito un gruppo Jct-Vc (Joint Collaborative Team on Video Coding) per sviluppare lo standard Hevc, che migliora la qualità video, raddoppia il rapporto della compressione dei dati rispetto all’H264 e supporta l’ultra definizione a 8k e risoluzioni maggiori fino a 8192×4320.
In questa fase di transizione tecnologica è allora meglio adottare l’H264/Mpeg4 oppure l’H265/Hevc?
Ne parliamo con Modesto Sandullo, tecnico della Itelco, prestigioso marchio del broadcasting italiano, tra i più impegnati operatori nella fase transitoria dello sviluppo del DTT.
“Si tratta di formati di compressione capaci di condizionare efficienza, qualità e altri parametri fondamentali dei sistemi di trasmissione per la televisione: L’H264 è maturo, fa meglio del Mpeg2 di circa il 50% ed è già impiegato ad esempio dai Blu-Ray“, ci spiega Sandullo, che continua: “L’H265 invece è la sua evoluzione, fa ancora meglio e supporta già l’Ultra HD in tutte le sue declinazioni. Ad esempio oggi un solo mux è in grado di ospitare 5/6 canali in qualità standard o al massimo 2 canali HD 720p”.
E in ambiente T2? “Il DVB-T2 con codec H264 consentirebbe la trasmissione di 4 canali HD 720p (o 1080i), mentre il DVB-T2 con codec H265 porterebbe il numero dei canali HD 720p a 11 oppure in alternativa cinque canali 1080p”, conclude l’esponente dello storico brand Itelco.
Ma sul piano concreto, quanti sono, allo stato, i televisori in grado di ricevere le codifiche H264?
“Il test che da qualche mese stiamo conducendo insieme al vettore DTT Beacom che veicola in marchio/palinsesto NBC Milano – la radiovisione nata da una joint venture tra Consultmedia, 22HBG-Elenos-Itelco, Beacom, LogikaSoft, Class Editori, Bitonlive, Consulenza Radiofonica per sperimentare l’ibridizzazione della radio e della tv e le multipiattaforme – ci restituisce, secondo gli ultimi calcoli, un parco ricevitori in grado di ricevere il formato H264 nell’ordine del 55-60%”, annota Stefano Apicella, responsabile del progetto NBC Milano. “Tuttavia va considerato che ormai un tv ha una vita media tra i 5 e i 10 anni, quindi la precentuale sta aumentando velocemente, anche in considerazione del fatto che, oggettivamente, oggi riparare un tv in avaria non conviene più e quindi la sosytituzione è molto veloce, con beneficio per la ricezione di formati con le nuove compressioni”. (E.G. per NL)