Tra i numerosi grattacapi del traballante governo Berlusconi si sta aggiungendo un problema (su cui il premier è particolarmente sensibile) che di giorno in giorno si complica: quello dell’assegnazione delle frequenze tv dei due dividendi digitali.
Sul fronte del dividendo interno (la riserva per i nuovi entranti e non solo) si stanno addessando parecchi nubi, con il TAR Lazio che ha ordinato, ormai in diversi casi, il riesame integrale dei processi di assegnazione temporanea delle frequenze nell’Area Tecnica 3 (Lombardia e Piemonte) a seguito di ricorsi di operatori di rete ritenutisi penalizzati, attribuendo in via transitoria i canali parcheggiati per il beauty contest (e nominando commissari ad acta vista l’inadempienza ministeriale). Come se non bastasse, ha iniziato a pestare i piedi anche l’a.d. di Sky Italia Tom Mockridge (foto sotto), che ha scritto al ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani contestando, tra le altre cose, la prosecuzione da parte di Mediaset dell’impiego (oltre i sei mesi previsti) del canale UHF 58 (insieme al canale UHF 55 la migliore risorsa del beauty contest) con offerte commerciali che snaturerebbero la finalità sperimentale dell’assegnazione provvisoria (effettuata da Silvio Berlusconi nel corso del suo lungo interinato allo Sviluppo Economico). E non va meglio a riguardo del dividendo esterno (61/69 UHF): per evitare centinaia di ricorsi al TAR il governo starebbe infatti pensando di posticipare la scadenza di settembre prevista dalla legge di Stabilità per l’avvio della gara di assegnazione dei canali 61 69 UHF (ed altri eventualmente disponibili) in attesa di rideterminare l’equo indennizzo previsto dal legislatore per gli operatori di rete che attualmente occupano le frequenze da destinare allo sviluppo della banda larga mobile e che decideranno di dismettere l’attività senza partecipare al procedimento di riassegnazione integrale (ma solo per il comparto locale). L’attuale percentuale del 10% degli incassi (stimati in 2,4 mld di euro) fino ad un massimo di 240 mln di euro è infatti considerato dagli operatori tv assolutamente insufficiente anche solo per compensare gli investimenti sin qui effettuati (in conformità alle assegnazioni frequenziali ricevute) e chiedono pertanto che tale importo venga triplicato, anche se, in realtà, il target reale è di ottenere il raddoppio. ”Le disposizioni previste dal decreto legge omnibus sulle misure di razionalizzazione dello spettro radioelettrico pur contribuendo ad un importante miglioramento del quadro di riferimento, lasciano alcuni seri motivi di preoccupazione”, ha affermato sull’argomento il deputato Pdl, Nino Foti, aggiungendo che ”occorre rivedere i presupposti della gara per l’assegnazione delle frequenze radiomobili”. Secondo il parlamentare, ”per il buon esito della gara sarebbe di fondamentale importanza rafforzare la direzione intrapresa di rendere libere le frequenze prima di procedere alla stessa. Senza una liberazione fattiva non si potra’ chiedere agli operatori alcun corrispettivo. Occorre inoltre tener presente – ha concluso Foti – che l’Agcom sta avviando il procedimento per la riduzione delle tariffe di terminazione mobile che potrebbe ulteriormente penalizzare i ricavi dei telefonici rendendo ancora piu’ difficile la richiesta di risorse per un bene che al momento non c’e”’. (M.L. per NL)