"Il Ministero deve dirci a chiare lettere, prima dell’avvio dei prossimi switch off, qual’è la posizione che l’Italia intende portare avanti in occasione della prossima riunione dei lavori preparatori della conferenza di Ginevra 2012 relativamente alla destinazione della banda 700 MHz."
Lo ha reso noto il Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT, Maurizio Giunco, nel corso del suo intervento reso durante la manifestazione di protesta svoltasi oggi a Roma. "In assenza di precisi impegni del governo – continua Giunco – le emittenti locali operanti nelle aree interessate dai prossimi switch off non procederanno allo spegnimento degli impianti, la scelta del nuovo governo di avviare una fase di dirigismo non potra’ produrre che effetti negativi. Il ministero dello sviluppo economico ha deciso infatti di procedere all’emanazione di alcuni decreti strategici per il futuro dell’emittenza locale senza avviare le consultazioni con i soggetti interessati, cosi’ e’ accaduto con il decreto di liberazione delle frequenze della banda 800 MHz. e così si pensa di fare con i futuri bandi regionali per l’assegnazione delle frequenze nelle aree da digitalizzare. Tale atteggiamento di non condivisione, sommato alle note problematiche di scarsezza di risorse frequenziali e incompatibilità delle stesse con alcuni stati esteri confinanti, non consente al momento di avviare nessuna forma di collaborazione tra il Ministero e l’Associazione Tv Locali Frt". Giunco ha inoltre ricordato le pesanti ricadute sulle emittenti locali delle norme contenute nella legge di stabilità 2011, che hanno da un lato ridotto le risorse frequenziali, rendendo molto più difficile il processo di migrazione al digitale terrestre per le tv locali, e dall’altro non hanno adeguatamente previsto misure economiche compensative a titolo di riscarcimento per l’esproprio delle frequenze. Infatti, da studi fatti, con gli stanziamenti attuali un’emittente regionale dell’Emilia Romagna riceverà a titolo risarcitorio circa 2,4 milioni di euro contro i 5,4 milioni previsti dalla legge 111/11, poi modificata dalla legge di stabilità 2012 che ha ridotto gli importi complessivi da 400 a 174 milioni di euro. L’assenza di condivisione del processo di digitalizzazione secondo Giunco è dannoso per tutti. In passato le associazioni hanno offerto la massima collaborazione per la ricerca di soluzioni anche di natura tecnica che hanno consentito la digitalizzazione di aree molto complesse, come lo sarà l’area dello stretto di Messina, che presenta problematiche interferenziali tra le tv locali operanti nelle città di Messina e Reggio costrette ad illuminare le rispettive aree partendo da provincie diverse. Giunco auspica che l’Agcom sappia trovare le giuste soluzioni, una delle quali potrebbe essere quella di pianificare per aree e non per regioni. (M.L. per NL)