Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha detto di aver inviato una nuova richiesta di parere al Consiglio di Stato sulla partecipazione di Sky Italia del gruppo USA News Corp alla gara non competitiva per le frequenze DTT.
Durante il question time della Camera, Romani ha aggiunto che "i 20-30 giorni" entro i quali i giudici amministrativi in funzione consultiva abitualmente si esprimono "non causeranno ritardi significativi" all’avvio della procedura per l’assegnazione delle frequenze DTT ritagliate per i nuovi entranti dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze licenziato da Agcom (di cui una delle migliori, il canale UHF 58, è in realtà già da mesi utilizzata da Mediaset per la sperimentazione della tv HD). Le richieste di consulenza giuridica inviate al supremo organo di giustizia amministrativa dal MSE riguardano l’applicazione del principio di reciprocità tra Stati in materia radiotelevisiva, cioè la possibilità che un soggetto extra-comunitario possa controllare il capitale di un operatore di rete televisiva. Dal quartier generale del gruppo di Murdoch (patron della News Corp) si teme però che Romani stia semplicemente prendendo tempo o ricercando pretesti per escludere Sky dalla gara, ritardandone l’ingresso in forze su un territorio fortemente presidiato dall’azienda tv del Premier. Alla procedura per l’assegnazione delle risorse radioelettriche riservate ai nuovi entranti in ossequio all’indicazione UE sul potenziamento del pluralismo televisivo (definita "beauty contest", perché verranno premiate le proposte più belle senza nessun vantaggio economico per lo Stato), parteciperanno però non solo e non tanto soggetti attualmente non presenti nel panorama tv italiano, ma proprio i superplayer Mediaset e RAI, che potranno così conseguire un ulteriore mux nazionale a testa. Una fonte ministeriale interpellata dall’agenzia Reuters respinge però i sospetti di un tentativo governativo di esclusione del pericolosissimo concorrente del gruppo tv che ha Silvio Berlusconi come azionista di maggioranza e spiega che l’obiettivo del ministro sarebbe solo quello di "evitare di esporre la gara a una serie di ricorsi". Lo scorso luglio la Commissione europea aveva autorizzato Sky a partecipare alla gara per l’assegnazione delle frequenze digitali terrestri obbligandola però a trasmettere in chiaro dal momento che ha una posizione di leadership nella tv a pagamento. Contro la partecipazione di Sky alla gara si erano espresse Mediaset e Telecom Italia Media e le polemiche si erano rafforzate con lo strappo tra Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini, accendendo nuovamente il dibattito sull’irrisolto conflitto d’interessi del premier. Ed è stato proprio il finiano Benedetto Della Vedova a presentare l’interpellanza urgente cui oggi Romani ha risposto. Il deputato fedele a Fini sottolinea come i ritardi nell’indizione della gara abbiano "determinato uno stato di incertezza negli operatori del settore e rischino di danneggiare il grado di competitività e innovazione del nostro paese, nonchè la sua capacità di attrarre investimenti esteri nel settore delle nuove tecnologie digitali". Nelle scorse settimane Romani si era già rivolto al Consiglio di Stato che aveva giudicato il quesito troppo generico e invitato il ministero, se ancora in dubbio, a riformulare la domanda entro 30 giorni. "Il rischio è che anche questa volta si riceva una risposta interlocutoria. Evitiamo un contenzioso con la UE che ci contesti di impedire investimenti stranieri in Italia", ha detto Della Vedova alla Camera rispondendo in aula al ministro. (A.M. per NL)