Per fortuna che Travaglio c´è, altrimenti il beauty contest sarebbe rimasta una questione da addetti ai lavori, terreno fertile per quel genere di situazioni in cui il silenzio sui media è più forte di mille discussion parlamentari.
Il beauty contest è uno scandalo, reso inoltre assolutamente immorale dai prelievi selvaggi che Tremonti ieri e Monti oggi stanno effettuando dalle casse in default delle famiglie italiane. Regalare frequenze che valgono – dice Travaglio – sedici miliardi di euro e da cui lo Stato potrebbe tranquillamente ricavare dai cinque ai sei miliardi, equivale a prendere in giro la popolazione a cui, tra le lacrime, si chiedono sforzi disumani. E guai a credere all´allarmismo di Berlusconi (meno male che c´è anche lui a portare il concorso di bellezza sulle bocche della gente), che dice che un´asta vera e propria andrebbe deserta (basta vedere i risultati di quella per le tlc, per smentirlo). No, non è giusto; tanto più che la diavoleria architettata dall’ex ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani, amico di Silvio e di Maurizia Paradiso (quella che lui lanciò col programma hot "Vizi privati" sulla sua TV7 Lombardia), va a regalare frazioni di etere ai due soliti noti, alla faccia dei nuovi entranti nel mercato, e ancor di più oggi, dopo che Sky ha abbandonato la gara (dopo aver combattuto per anni per avervi accesso) perchè, a loro giudizio, tarata sulle esigenze dei big player già esistenti nell’etere terrestre. Se ne parlasse solo Newslinet.it – che lo fa da anni – e pochi altri, quest´ennesimo scempio finirebbe per divenire la solita beffa al popolo italiano. Per fortuna che qualche politico, nei rari momenti di lucidità, e soprattutto Marco Travaglio davanti a tre milioni di spettatori TV e altrettanti su internet, ne parlano, discutono, spingono perchè venga messa fine a questo scempio. Perché mai Monti, invece, non ha messo mano al beauty contest? Ce lo spieghi. E´, come dicono a Servizio Pubblico, che se tocchi Berlusconi e i suoi affari prendi la scossa, e lui ti stacca la spina? Si spera di no ma si teme di sì. E allora con che faccia si piange davanti agli italiani e si chiedono loro sforzi impossibili se poi Berlusconi, anche dopo essere caduto, continua a influenzare intere manovre finanziarie e austery plan? (G.C. per NL)