Si avvia verso la definizione il disimpegno di Telecom Italia (e conseguentemente di Gedi, tuttora più noto come gruppo L’Espresso) dal digitale terrestre, presidiato attraverso il network provider Persidera (70% Telecom Italia e 30% Gedi), vettore multimux (cinque, con una copertura tra il 94 ed il 96% della penisola) di fornitori di servizi media audiovisivi importanti come Sky (per gli FSMA Cielo, Tv8, Sky Tg 24), Viacom (Paramount, Spike), CTV (Vaticano), De Agostini e Discovery (Real Time, Nove, DMax).
Ricordiamo che a motivare tale esigenza (di cui le due parti farebbero presumibilmente a meno, quantomeno prima del 2022, visto che l’anno scorso Persidera ha macinato ricavi per 80,8 mln con un mol di 42) è il vincolo posto dall’UE a Vivendi, che controlla Telecom Italia, ma che ha anche un piede pesante in Mediaset. E allora, ubi maior minor cessat, tra le opzioni al tappeto, quella di alienare la partecipazione in Persidera era quella meno dolorosa.
Per concretare, ancorché malvolentieri, l’obbligo sono ora attese, secondo quanto riferisce l’agenzia Radiocor Plus, entro il 20/11/2017 delle proposte non vincolanti.
Di quella di Raiway siamo stati tra i primissimi a dar conto; degli (eventuali) altri offerenti si sa poco, se non che vi sia un interesse dei soliti fondi d’investimento (F2i e Clessidra, mentre si sarebbero ritirati investitori esteri quali Blackstone, Kkr, Trilantic, Terra Firma e Macquarie perché spaventati dalle incertezze politiche italiane) e che è stato distribuito agli interessati l’information memorandum funzionale alla presentazione delle richieste, cui seguirà una due diligence che dovrebbe concludersi entro fine anno.
Quanto al prezzo, Telecom avrebbe affidato a Credit Suisse una valutazione più che altro strumentale a definire le relazioni col socio Gedi in caso di alienazione, tenuto conto dell’esistenza di patti di disimpegno che assegnano rispettivamente a Gedi la possibilità di cedere la sua quota in caso di cessione del pacchetto di maggioranza e a Telecom quella di estendere ai soci di minoranza l’offerta ricevuta per il proprio pacchetto di maggioranza alla presenza (per entrambi i casi) di un’offerta economica non inferiore a quella stimata da un advisor terzo ed indifferenti verso i due soci. (M.L. per NL)