Ecco, in anteprima e sommariamente, il contenuto dell’atteso emendamento presentato oggi dal Governo relativamente al refarming della banda 700 MHz a seguito dell’avvicendamento al 5G (qui per il download del documento ufficiale).
Diciamo subito che, nei giorni scorsi, ci avevamo beccato in pieno: sia a riguardo della soppressione della riserva di 1/3 delle risorse frequenziali alle tv locali, che alla destinazione a RAI, per i contenuti regionali, di canali UHF con conseguente destinazione della banda VHF alla radio digitale ed alla tv non pubblica (ponendo così, inevitabilmente, una spada di Damocle sullo sviluppo del DAB+). Testualmente il presentato emendamento prevede infatti che: “Le frequenze in banda III VHF sono pianificate sulla base dell’Accordo di Ginevra 2006 e di successivi accordi internazionali sottoscritti dal Ministero dello sviluppo economico, per la radiofonia digitale e, ove necessario, per il servizio televisivo digitale terrestre”.
Alle locali andrà “capacità trasmissiva” (e pertanto, al pari delle nazionali, formalmente non diritti d’uso, come del resto era ovvio) su almeno un canale UHF con copertura del 90% della popolazione dell’Area Tecnica (che non necessariamente, lo ricordiamo, corrisponde alla regione) e pertanto, presumibilmente, frequenze UHF e VHF infraregionali o comunque con livelli di servizio inferiori, con inevitabile configurazione di mux di serie A, B e forse C.
Sostanzialmente tutte le scadenze di cui all’art. 1, comma 1031, L. 205/2017, vengono prorogate: quelle al 30/09/2018 (in quanto non rispettate) slittano al 31/03/2019; quella del 28/02/2019 è spostata al 30/06/2019; il nuovo decreto relativo al calendario di liberazione dei canali (dal 01/02/2020 al 31/12/2021), infine, sarà aggiornato dal Ministero dello Sviluppo Economico entro il 15/04/2019.
Viene introdotto l’obbligo di must carry per almeno un programma sul mux regionale RAI a favore degli operatori di rete titolari dei diritti d’uso dei canali UHF 51 e 53, che dovranno essere liberati prima degli altri per esigenze di coordinamento internazionale. Testuale la proposta governativa: “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dispone le modalità e le condizioni economiche, orientate al costo, secondo cui il concessionario del servizio pubblico nel multiplex contenente l’informazione regionale ha l’obbligo di cedere una quota della capacità trasmissiva assegnata, comunque non inferiore a un programma, nel periodo transitorio, a favore di ognuno dei soggetti legittimamente operanti in ambito locale assegnatari dei diritti d’uso dei CH 51 e 53 alla data di entrata in vigore della presente legge che rilasciano i rispettivi diritti d’uso nel periodo transitorio ai sensi del seguente comma 1032″.
E a proposito del nuovo mux regionale RAI, la proposta di M5S e Lega conferma quanto anticipato da questo periodico mesi fa. Così spiega il richiamato emendamento: “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni pianifica per la realizzazione di un multiplex contenente l’informazione regionale da parte del concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale una rete con decomponibilità per macroaree con frequenze in banda UHF“.
Confermata la gara competitiva (disposta entro il 30/11/2019 in attuazione delle procedure stabilite entro il 30/09/2019 dall’Agcom) senza rilanci per la capacità trasmissiva aggiuntiva nazionale, secondo tutta una serie di criteri direttivi.
Così recita sul punto il citato emendamento: “L’assegnazione dell’ulteriore capacità trasmissiva disponibile in ambito nazionale e delle frequenze terrestri, aggiuntive rispetto a quelle destinate alla conversione dei diritti d’uso di cui al comma 1031 e pianificate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nel PNAF da destinare al servizio televisivo digitale terrestre per gli operatori di rete nazionali e la Concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, avviene mediante procedura onerosa senza rilanci competitivi, indetta entro il 30 novembre 2019 dal Ministero dello sviluppo economico in attuazione delle procedure stabilite entro il 30 settembre 2019 dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi dell’articolo 29 del decreto legislativo 1° agosto 2003 n. 259, sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) assegnare la capacità trasmissiva e le frequenze sulla base di lotti con dimensione pari alla metà di un multiplex;
b) determinare un valore minimo delle offerte sulla base dei valori di mercato individuati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
c) considerare il valore delle offerte economiche presentate;
d) garantire la continuità del servizio, la celerità della transizione tecnologica nonché la qualità delle infrastrutture tecnologiche messe a disposizione dagli operatori di rete nazionali operanti nel settore, ivi inclusa la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale;
e) valorizzare le esperienze maturate dagli operatori di rete nazionali nel settore, con particolare riferimento alla realizzazione di reti di radiodiffusione digitale;
f) valorizzare la capacità strutturale di assicurare l’efficienza spettrale, le professionalità e le competenze maturate nel settore, l’innovazione tecnologica e l’ottimale, effettivo e tempestivo sfruttamento della capacità trasmissiva e delle frequenze aggiuntive;
g) assicurare la miglior valorizzazione dello spettro, tenendo conto della attuale diffusione di contenuti di buona qualità in tecnologia televisiva digitale terrestre alla più vasta maggioranza della popolazione italiana. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione degli introiti ad apposito capitolo di spesa dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per interventi finalizzati a incentivare l’acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva di cui alla lettera c) del comma 1039, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica e a favorire la sperimentazione di nuove tecnologie televisive, secondo modalità operative e procedure di erogazione stabilite con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze“, conclude l’esaminato emendamento del Governo. (E.G. per NL)