Stronca la politica economica del governo italiano e loda la magistratura: trattasi di un leader dell’opposizione? No, di Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia.
E’ lui, infatti, che scrive l’ultimo capitolo della saga incentrata sulla lotta senza quartiere tra la multinazionale dei media controllata da Rupert Murdoch (foto) e il maggiore gruppo televisivo privato italiano, di proprietà dell’attuale Presidente del Consiglio. All’indomani del parere del Consiglio di Stato che ha dato il via libera, si spera (per la tranquillità del sistema) definitivo, alla partecipazione di Sky al beauty contest per l’assegnazione del cosiddetto “dividendo interno” del digitale terrestre, Mockridge ha voluto rimarcare la propria soddisfazione ma anche stigmatizzare l’atteggiamento del Ministero dello sviluppo economico che, a suo dire tradendo la propria missione istituzionale, invece di favorire gli investimenti e la concorrenza “sembra essere più interessato a ricercare con insistenza soluzioni che vanno nella direzione opposta, proponendo barriere e vincoli nei confronti di chi ha scelto di rischiare i propri capitali in imprese italiane”. Si rinnova così la singolarità di una posizione “politica” di Sky Italia che, almeno in apparenza, è vicina a quanto rappresentato dagli esponenti dell’opposizione di centro-sinistra, che infatti mostrano un certo interesse nel favorire l’ingresso del gruppo di Murdoch nel mercato televisivo italiano. Un ingresso visto probabilmente come l’unica possibile via per scardinare l’oligopolio Rai-Mediaset, di fatto controllato dall’attuale premier. Dovrebbe apparire ovvio però che la militanza antigovernativa di Sky è puramente funzionale all’esigenza di farsi strada in uno spazio competitivo a dir poco difficile, caratterizzato da barriere all’ingresso che appaiono insormontabili senza appoggi politici. E il gruppo di Murdoch, grazie anche alle esperienze maturate in altri paesi, si muove in maniera assai disinvolta in queste acque, sfruttando opportune strategie comunicative che mascherano i meri interessi economici dietro l’enunciazione di “nobili principi”. Così si assiste al paradosso per cui, mentre in tutto il mondo i media di News Corp assecondano e promuovono le tendenze più conservatrici e destrorse, in Italia la controllata Sky appare come la paladina del libero mercato, della concorrenza e dello sviluppo, “contro” il potere costituito. E tra le nostre disastrate forze di opposizione, perennemente a corto di idee e di degni rappresentanti, c’è chi non vede l’ora di cacciarsi nelle fauci dello Squalo. (E.D. per NL)