DTT. Dopo la Liguria, stop dal TAR agli spegnimenti dei canali 51 e 53 anche in Toscana e Lazio. La situazione del refarming della banda 700 MHz si complica

tavolo, toscana e lazio

Dopo la Liguria, anche in Toscana e Lazio si bloccano gli spegnimenti dei canali UHF 51-53 UHF previsti per il 31/05/2020 a seguito di decreti del TAR Lazio.
La situazione del refarming della banda 700 MHz – ove l’attuale dirigenza del Mise non rivedesse la sua (peraltro incomprensibile) posizione – rischia quindi di entrare in uno stallo, con riflessi non di poco conto per i soggetti coinvolti (Stati esteri coordinati a livello interferenziale e telco destinatarie delle frequenze per il 5G, in primis).
Sul punto abbiamo sentito Aeranti-Corallo, associazione di cui fanno parte alcune emittenti che hanno proposto ricorso alla Giustizia amministrativa contro gli spegnimenti “al buio” dei canali UHF 51 e 53.

Violazione costituzionale

L’associazione ci ha spiegato che uno dei motivi posti a fondamento dei ricorsi contro gli spegnimenti dei canali in Liguria, Toscana e Lazio è che “la pretesa del Ministero dello Sviluppo Economico di ottenere lo spegnimento anticipato degli impianti senza avere allo stesso tempo definito i criteri per il riconoscimento degli indennizzi, i relativi importi e le relative modalità di pagamento costituisce violazione della legge in materia e violazione dell’articolo 97 della Costituzione”.

Stop agli spegnimenti anche nel Lazio ed in Toscana

“Il Presidente della sezione Terza Ter del TAR Lazio ha accolto le domande cautelari monocratiche formulate dalle suddette tv locali associate Aeranti-Corallo (provvedimenti n. 3986/2020 per Liguria e n. 3987/2020 per Lazio e Toscana, ndr), disponendo la sospensione dei provvedimenti impugnati nella parte in cui programmano per il giorno 30 maggio lo spegnimento delle frequenze oggetto dei diritti di uso dei canali 51 e 53 per le province della Liguria e del canale 51 per le province di Roma Latina e Viterbo“, ha sottolineato a NL Aeranti-Corallo.

No a spegnimenti senza conoscere indennizzi

Da settimane abbiamo ripetutamente evidenziato che è inaccettabile che le tv locali siano costrette a dismettere le proprie frequenze di trasmissione senza preventivamente conoscere gli indennizzi loro spettanti per legge a titolo di risarcimento per la revoca dei diritti d’uso anticipata di oltre 10 anni rispetto ai titoli abilitativi a suo tempo rilasciati dal ministero dello sviluppo economico”, è invece la dichiarazione rilasciata dal coordinatore di Aeranti-Corallo, Marco Rossignoli.

Ministero emani subito Decreto

“Auspichiamo ora – ci ha sottolineato Rossignoli – che il Ministero emani al più presto il decreto previsto dalla legge di bilancio 2018 per la definizione degli indennizzi”.
“Al riguardo – ha aggiunto il coordinatore di Aeranti-Corallo –, chiediamo che vengano confermati i criteri già previsti dal D.M. 23 gennaio 2012 relativo alla dismissione della banda televisiva 800 MHz e dal Dm 17 aprile 2015 relativo la dismissione di ulteriori canali tv, abbandonando ogni ipotesi di criteri che facciano riferimento agli investimenti effettuati al netto degli ammortamenti.

No a criteri diversi da quelli utilizzati per gli 800 MHz

Tali criteri, infatti, azzererebbero i valori degli indennizzi posto che la quasi totalità degli impianti della tv locali è stata ,per evidenti ragioni di decorso del tempo, ammortizzata“.
Rossignoli ha quindi concluso auspicando che “possa essere avviato un confronto costruttivo con il ministero su tale tematica particolarmente importante per le tv locali che vengono private di un asset strategico per le proprie imprese”. (E.G. per NL)

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