In Nord Italia continuano i problemi legati al digitale terrestre e montano le proteste dovute alle difficoltà di ricezione. Sotto accusa è ancora una volta la RAI, anche se questa volta la concessionaria pubblica non è l’unico operatore ad essere bersagliato dalle contestazioni.
Come documentato nei scorsi giorni, a un mese dallo spegnimento definitivo dell’analogico, nella zona orientale del Veneto, ai confini con il Friuli, c’è tutta una fascia di paesi dove il segnale digitale tarda ad arrivare, per motivi connessi (generalmente) al direzionamento delle antenne. Gli abitanti della zona, dove gli antennisti tornano a respirare (e in qualche caso a prosperare) dopo un lungo periodo di magra e, anzi, sono diventati la categoria professionale più richiesta, hanno recentemente dato vita a comitati per far sentire la propria voce. Molti di questi sono rivolti esclusivamente contro la RAI e chiedono, se non direttamente il boicottaggio del canone, per lo meno una sospensione dello stesso fino a quando l’azienda di Stato non provvederà a stabilizzare la situazione. Solo allora, quindi, si potrebbe pensare di pagarlo, decurtato – ovviamente – della quota proporzionale ai giorni di mancato servizio. Ora, grazie a un articolo pubblicato dal quotidiano locale La Provincia di Sondrio, e rimbalzato sul profilo Facebook della stessa testata, siamo venuti a conoscenza di una situazione analoga che riguarda la provincia lombarda. Questa zona ha effettuato lo switch-off lo scorso 4 novembre, una delle ultime realtà della Lombardia a spegnere il segnale analogico. Sin dai primi giorni, come del resto in gran parte dello stivale, si erano registrati problemi di ricezione in alcune zone, specie montane, ma non solo. “Da qualche giorno i canali Mediaset sono inguardabili nella tv della sala – scriveva a metà novembre un cittadino su digital-forum.it -, la potenza del segnale è discreta, intorno al 80%, ma la qualità oscilla tra il 30% e il 50%, con soventi scatti e salti d’immagine”. I problemi erano appena cominciati. “In città due famiglie su tre hanno qualche problema di ricezione – scriveva il 9 novembre La Provincia di Sondrio – Più di quanto non ci si sarebbe atteso alla vigilia”. Occorreva avere un po’ di pazienza, secondo i tecnici: i problemi di questa zona geograficamente “sfortunata” (montuosa, soggetta ad ampie nevicate, e alla sovrapposizione del segnale di due diversi ripetitori) dipendevano in gran parte dagli impianti centralizzati dei condomini (così come a Como e provincia); l’intervento di un antennista avrebbe ristabilizzato la situazione. E invece no. A oltre due mesi dallo switch off i problemi continuano e, come accaduto in Veneto, i cittadini, spazientiti, iniziano a minacciare il boicottaggio del canone RAI. Già, perché il principale indiziato del dissenso generale è proprio l’azienda televisiva di Stato, i cui canali (incluso Radio Tre, a Chiavenna) restano difficilmente fruibili. E dal quartier generale di Roma non arrivano segnali. “Quando piove o nevica i primi 3 canali Rai non si ricevono… ma… Che facciamo con il canone ?! Paghiamo o non paghiamo?!!”, si chiedeva ieri una signora di Sondrio sulla pagina Facebook della Provincia di Sondrio. L’“effetto-neve”, una delle piaghe dell’era analogica, come si vede, continua anche con il digitale. Ma non è solo la concessionaria pubblica il problema. In Bassa Valle, ad esempio, un cittadino si è visto costretto a “comperare un altro decoder per vedere Mediaset Premium” che, prima dello switch off, vedeva perfettamente. A Samolaco, poi, sempre nei giorni di neve, il blackout riguarda Iris e Rete 4, mentre per quanto concerne i canali RAI non v’è alcun problema. In realtà, come si vede, la mancanza di ricezioni di alcuni canali piuttosto che d’altri dipende spesso, come detto in apertura, da problemi alle centraline condominiali o, come in Veneto, dal posizionamento delle antenne. In questa zona, inoltre, vi sono due ripetitori i cui segnali si sovrappongono e generano interferenze. Ma perché allora ce l’hanno tutti con la RAI? Anzitutto perché problemi come, appunto, la sovrapposizione dei segnali, devono essere risolti direttamente dall’azienda che, invece, alle prese con grattacapi in tutto il Nord Italia, non si sta dimostrando capace di intervenire. Inoltre, un problema elettrico, pochi giorni fa, ha provocato un blackout generale delle reti in bassa e media Valtellina. Ma questo, dicono i tecnici, non dipende dal DTT: sono problemi che si sarebbero potuti verificare comunque. Fatto sta, però, che i cittadini sono imbufaliti e chi non ricorre alla piattaforma satellitare gratuita TivùSat continua a barcamenarsi da due mesi tra mille problemi di ricezione. E se davvero gli abitanti di questa zona, così come i veneti del confine orientale e tutti coloro alle prese con questi problemi, decidessero davvero di ammutinarsi e non pagare il canone? Sarebbe la Caporetto della Rai. (L.B. per NL)