La decisione del governo Monti di cancellare il "beauty contest", che assegnava gratuitamente una frequenza tv multiplex a ciascuno dei protagonisti del vecchio duopolio, non e’ andata giu’ a Mediaset.
Il gruppo guidato da Fedele Confalonieri ha impugnato al Tar del Lazio lo stop voluto dal ministro Corrado Passera, che si aspetta di incassare dalla nuova asta per le frequenze circa 1,2 miliardi di euro. E’ quanto scrive l’Espresso in edicola domani. Il ricorso e’ stato depositato dalla Elettronica Industriale, societa’ fondata nel 1975 da Adriano Galliani, oggi controllata al 100 per cento da Rti (gruppo Mediaset). I legali del Biscione chiedono l’annullamento della legge 44 del 26 aprile, nella parte in cui ha azzerato il "beauty contest". Mediaset ha presentato anche istanza per fissare l’udienza davanti ai giudici della Prima sezione del Tar. Il gruppo televisivo aveva annunciato possibili azioni legali gia’ il 20 gennaio, dopo la sospensione del "beauty contest". Quindi il 18 aprile, durante l’assemblea degli azionisti Mediaset, Confalonieri aveva annunciato di avere presentato ricorso al Tar contro l’emendamento sulle frequenze tv che cancellava la gara, aggiungendo: "Non so se parteciperemo all’asta". In realta’ c’era stato un malinteso: il ricorso di cui parlava Confalonieri, aveva precisato una nota di Mediaset, si riferiva al decreto del 20 gennaio. Infine e’ arrivato il ricorso depositato il 15 giugno. Il governo si e’ dato 120 giorni dall’entrata in vigore della legge 44 per preparare il nuovo bando, le cui regole saranno scritte dall’Autorita’ per le comunicazioni guidata da Angelo Cardani, di fresca nomina. L’incognita principale e’ legata a questo punto proprio al ricorso Mediaset. Ma non solo. Ci sono anche i tempi stretti. E l’incognita degli altri partecipanti alla gara. La Rai e’ in attesa, mentre Sky sembra intenzionata a tornare in corsa. Piu’ difficile che le compagnie telefoniche entrino in lizza. (Il Sole 24 Ore Radiocor)