L’Agcom riduce il numero delle frequenze ex beauty contest da 6 a 3. Delle sei reti ex beauty contest ne finiranno sul mercato solo tre.
Ne parla la Federazione Radio Televisioni (FRT) in una nota, richiamandosi ad un articolo del quotidiano "La Repubblica" pubblicato sabato scorso sull’edizione nazionale. Per il quotidiano, "Il Garante potrà varare così un’operazione di pulizia troppo a lungo rinviata. Buona parte delle frequenze risparmiate – quelle sottratte all’asta – risolveranno una serie di criticità che l’AgCom non vuole più ignorare nella nuova gestione del presidente Cardani. Problemi che sono nati nel caotico passaggio dalle trasmissioni analogiche al digitale terrestre." Oltre alle note problematiche di interferenze con i paesi esteri confinanti che ha fortemente penalizzato soprattutto le emittenti televisive locali, per La Repubblica "I tecnici dell’AgCom ragionano su un ulteriore rischio che già si materializza all’orizzonte. Telecom Italia Media, editore de La 7, occupa (legittimamente) la frequenza numero 60. Subito dopo – lungo la frequenza 61 – Wind è già pronta a lanciare i servizi dei telefonini di generazione Lte (quelli che permettono di telefonare e di navigare senza problemi, anche sotto la metro). La possibilità di interferenza reciproca tra tv e nuovi cellulari è altissima". Il nuovo piano dell’Agcom ridurrebbe quindi le reti in vendita, da sei a tre. Non solo La Repubblica riporta anche che "Le tre reti che andranno all’asta oggi sono incomplete e "zoppe" perché arrivano solo al 70, all’82 e al 90% degli italiani. Prima della vendita, tempo poche settimane, la copertura sarà perfezionata aggiungendo frequenze di massimo pregio. Frequenze che sono tutte entro il numero 49, come una pianificazione virtuosa impone". Altre frequenze di buona qualità come la 54 e la 55 – sottratte all’asta – serviranno a risolvere i problemi di Rai, Mediaset o Telecom Italia Media. Le frequenze dal 57 al 60 saranno riservate infine alle telecomunicazioni, per evitare che i nuovi cellulari finiscano con l’invadere gli spazi della televisione. (E.G. per NL)