Parte degli introiti ottenuti mettendo all’asta le frequenze liberate dal passaggio della tv al digitale terrestre dovrà rimanere al settore delle telecomunicazioni.
Questa la richiesta fatta ieri dal commissario Ue alle telecomunicazioni Neelie Kroes al ministro dell’Economia Giulio Tremonti che avrebbe risposto positivamente alla richiesta. "Ho chiesto al ministro Tremonti la sua disponibilità a restituire parte degli introiti frutto della gara per le frequenze al settore […]. La risposta di Tremonti mi ha soddisfatto", ha detto la Kroes ai cronisti. Sempre ieri il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha detto che risorse dall’asta delle frequenze sono già state inserite nei 5 miliardi di coperture già trovate per gli oltre 7 miliardi che servono per gli emendamenti sullo Sviluppo che il governo sta per inserire nella legge di Stabilità. Secondo Stefano Parisi, ex amministratore delegato di Fastweb e presidente di Astel, l’Associazione dei gestori telefonici aderente a Confindustria, la cifra di 2,5 mld che il governo si aspetterebbe di ottenere dalle asta delle frequenze tv liberate dal digitale sarebbe però eccessiva e l’esecutivo dovrebbe pensare di chiedere 1,5 miliardi accompagnati da impegni sugli investimenti. "Le aziende del settore si aspettano una richiesta di 2,5 miliardi per la gara delle frequenze per la telefonia. Mi sembra che sia una cifra imponente anche se so che serve per fronteggiare le necessità di finanza pubblica", ha detto Parisi a margine di un convegno. "Forse sarebbe meglio fare il beauty contest: ci chiedano 1,5 miliardi e gli impegni vincolanti sugli investimenti, che generano sviluppo e occupazione", ha spiegato il presidente Astel. (A.M. per NL)