Per evitare il deserto all’asta delle frequenze da dare alla telefonia mobile (cd. dividendo esterno) il governo ha deciso che ci potrà essere la liberazione coatta dello spettro radio in caso di mancato restituzione da parte dei gestori di televisioni locali che oggi hanno in uso i canali dal 61 al 69 UHF (quelli più appetibili per il potenziamento del web mobile).
E’ quanto si legge nella bozza aggiornata del decreto sulla manovra che è stato discusso ieri pomeriggio dal consiglio dei ministri. Nel provvedimento si legge che "alla scadenza del predetto termine [il 31 dicembre 2012], in caso di mancata liberazione delle frequenze, l’Amministrazione competente procede senza ulteriore preavviso alla disattivazione coattiva degli impianti avvalendosi degli organi di polizia delle comunicazioni". Tremonti ha anche previsto una forma di possibile compensazione qualora ci fosse un ritardo nell’assegnazione delle frequenze con rivalsa sulle tv locali inadempienti. Infatti, in caso di indisponibilità delle frequenze della banda 790-862 mHz, emerge dal provvedimento, "dalla scadenza del predetto termine e fino alla effettiva liberazione delle frequenze, gli assegnatari dei relativi diritti d’uso hanno il diritto di percepire un importo pari agli interessi legali sulle somme versate a decorrere dal 1° gennaio 2013. Il ministero dell’Economia e delle Finanze si rivale di tale importo sui soggetti che non hanno proceduto tempestivamente alla liberazione delle frequenze stesse". (M.L. per NL)