Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di sviluppo della rete a banda larga, l’ottava Commissione lavori pubblici e comunicazioni del Senato ha sentito in audizione l’amministratore delegato di H3G, Vincenzo Novari.
Dopo aver sottolineato il ruolo della sua impresa nell’aver contribuito allo sviluppo concorrenziale e tecnologico del settore, Novari ha messo il dito nella piaga dell’asimmetria nell’assegnazione delle frequenze per i servizi di telefonia mobile. 3 Italia (marchio italiano di H3G) è infatti l’unico operatore che non detiene diritti d’uso di frequenze nella banda dei 900 MHz, presidiata in forze dai concorrenti Telecom, Vodafone e Wind. Proprio i suddetti operatori costituirebbero, secondo Novari, un sostanziale “cartello” che bloccherebbe il mercato, consentendo un regime di prezzi artificiosamente alti che potrebbe riprodursi anche per le nuove tecnologie d’accesso come LTE. Rivendicando a 3 Italia un ruolo di “rottura” rispetto al presunto oligopolio, Novari ravvisa quindi la necessità di un riequilibrio delle condizioni, che potrebbe concretizzarsi con l’assegnazione gratuita di una fetta di banda degli 800 MHz, ovvero quella relativa al cosiddetto dividendo digitale esterno. Al di là delle risposte positive che ben difficilmente 3 Italia potrà ottenere dal governo in una fase così avanzata nella definizione delle procedure di ridistribuzione delle frequenze, è opportuno rilevare come un operatore di carattere essenzialmente mobile, riconvertito per esigenze di mercato dal “tvfonino” all’internet mobile in tempi relativamente recenti, ora possa farsi accreditare come protagonista nell’evoluzione della larga banda. Ciò in virtù di una visione tutta italiana delle reti wireless che vede le tecnologie 3G (UMTS e LTE in prospettiva) come l’alternativa pressoché unica per l’accesso in mobilità. Sullo sfondo restano le problematiche legate alla net neutrality, che riguardano molto da vicino gli operatori mobili data la presenza di una risorsa scarsa come quella dello spettro radioelettrico e la conseguente necessità di operare scelte di filtratura del traffico onde evitare congestioni di rete. Temi che Novari conosce bene e che infatti non ha mancato di citare in audizione, auspicando che “se non è possibile ipotizzare una lettura del contenuto da parte degli operatori, in un futuro potrebbe essere tuttavia necessario individuare categorie di dati che hanno la precedenza rispetto ad altri”. I difensori dell’accesso non discriminatorio alla rete sono avvertiti. (E.D. per NL)