"Quello dell’Asta della Banda 800 Mhz (canali 61-69) è senza dubbio l’argomento del momento. E il motivo è noto a tutti: dalla vendita delle frequenze il Governo spera di incassare 2,4 mld di euro, vale a dire una grossa fetta della finanziaria varata dal Ministro Giulio Tremonti".
Inizia così una nota della Federazione Radio Televisioni a riguardo della prossima attribuzione del cd. "dividendo esterno" agli operatori della telefonia per il potenziamento della banda larga in mobilità. "La settimana scorsa con l’audizione congiunta di FRT e Aeranti-Corallo presso il Ministero dello sviluppo economico-comunicazioni si è conclusa la fase delle consultazioni con le Associazioni di categoria, le quali all’unisono si sono dichiarate contrarie al piano illustrato dai Dirigenti del Ministero, almeno nella parte relativa alle frequenze attualmente in uso alle tv locali", spiega l’ente esponenziale. "A questo proposito va detto che, molto probabilmente, il canale 65 non sarà oggetto dell’Asta al fine di creare una zona di "protezione" all’interno della Banda. Ciò però non significa che il canale 65 rimarrà in uso alle tv locali, anzi". A riguardo va sottolineato che la scorsa settimana il Presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, aveva dichiarato che "le frequenze devono essere liberate e messe al servizio degli operatori tlc come dicono le direttive europee" e che "ci sono i presupposti per il successo della gara". Di diverso avviso sembrano invece essere, le compagnie compagnie telefoniche che hanno più volte fatto sapere di non avere le risorse da destinare all’acquisto delle frequenze e di sostenere gli investimenti sulla rete. A rafforzare questa seconda ipotesi – della scarsezza di risorse – ci sono proprio le preoccupazioni del Ministero dell’Economia che, con una nota, fa sapere che "A titolo cautelativo la legge dispone che in caso di insuccesso dell’operazione un importo pari al corrispettivo mancante sia recuperato attraverso corrispondenti tagli di spesa pubblica". Intanto la Ragioneria Generale dello Stato ha fatto sapere di aver predisposto l’accantonamento provvisorio di un importo corrispondente. Il Ministero della Difesa dal canto suo ha chiesto un contropartita economica per il rilascio delle frequenze da destinare ai servizi di telefonia mobile. "In conclusione – sottolinea il sindacato radiotelevisivo – i problemi sono tanti e quelle tv locali che devono liberare le frequenze assegnate non più tardi di qualche mese fa e sulle quali hanno investito ingenti somme di denaro per ottemperare all’obbligo della digitalizzazione della rete, non stanno facendo "ostruzionismo", ma stanno semplicemente e legittimamente lottando per la sopravvivenza delle proprie aziende e per il riconoscimento di un equo indennizzo che certamente non è quello prospettato dalla Legge di Stabilità".