Come previsto, le tv locali sono le ultime ruote del carro digitale. Al primo posto, semmai qualcuno avesse avuto qualche dubbio a riguardo di quanto andiamo scrivendo da mesi, c’è lo sviluppo della banda larga mobile, ormai considerata bene di prima necessità.
Così gli emendamenti per aumentare il massimale dell’indennizzo previsto dalla legge di Stabilità per liberare le frequenze 61/69 UHF (cd. dividendo esterno) dagli assolutamente insufficienti 240 mln di euro (nella migliore delle ipotesi) al doppio o al triplo dell’importo sono stati ritirati. Il testo del D.L. 34/2011 è stato dichiarato "blindato per volontà politica", ha dichiarato Paolo Tancredi del PDL, sottoscrittore del fallito emendamento "salva locali". Come se non bastasse, i telefonici hanno fatto sapere che se le frequenze del digital dividend esterno non saranno liberate per il tempo dell’asta (settembre 2012) non corrisponderanno un euro per le attribuzioni (così mandando a rotoli i conti di Tremonti che faceva affidamento su 2,4 mld di euro a pronta cassa) oppure offriranno non più di 1,2 mld di euro (sicché la quota degli indennizzi, anziché lievitare a 480 o 720 mln, si ridurrà a 120 mln). Intanto le tv locali appaiono sempre più sbandate, con rappresentanze che non sanno più che pesci pigliare e come giustificare passate scelte strategiche all’evidenza dimostratesi disastrose. La sensazione è che, ormai, la battaglia si consumerà davanti ai giudici amministrativi. Sempre che le emittenti riescano a sopravvivere fino alle decisioni giudiziali eventualmente loro favorevoli. (A.M. per NL)