Il governo ha fretta di concludere le questioni tv pendenti. Ed è comprensibile, vista l’aria che tira dopo la batosta elettorale delle scorse settimane e il raggiungimento di un quorum referendario dal forte significato punitivo sul piano politico.
Pressato dalle incombenze del Ministero del Tesoro, che ha bisogno di incassare e vorrebbe, come fissato dalla legge di stabilità, versare i proventi dell’asta nelle casse dello Stato entro la fine di Settembre 2011. Le diatribe con tv locali inviperite e operatori tlc scontenti saranno affrontate, ma dopo, ora l’obiettivo è capitalizzare e se non comincia l’iter allora sarà difficile portare a casa l’obiettivo nei tempi previsti. Improvvisamente, infatti, nel mezzo del marasma, con l’Asstel che minacciava pochissimi giorni fa di boicottare l’asta e con gli editori locali che non indietreggiano di un millimetro – anzi propongono, tramite le loro associazioneidi categoria, lo scambio “alla pari”: lasciar libere le frequenze del dividendo esterno in cambio di quelle del beauty contest che verranno assegnate ai colossi televisivi nazionali -, l’Authority per le comunicazioni ha dato il via libera per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle regole e delle procedure per l’asta. La pubblicazione avverrà domani e nella stessa giornata si riunirà il Comitato dei ministri, composto dal triumvirato Romani-Tremonti-La Russa (con Calabrò nelle vesti di inviato speciale), che avrà il compito di studiare la strategia e fissare le date del percorso che porterà all’asta. I ministri, che si riuniranno la prossima settimana, dovranno anzitutto fissare il calendario: entro la fine del mese, infatti, dovrà essere pubblicato il bando e il disciplinare, poi le aziende interessate (con ogni probabilità, Telecom, Vodafone e Wind, con H3G in posizione nettamente più defilata) avranno quarantacinque giorni di tempo per presentare le manifestazioni d’interesse. Il triumviro dovrà, inoltre, nominare un advisor cui toccherà incaricarsi di seguire l’andamento della gara e soprattutto dovrà fare in modo da rispettare il termine del mese d’agosto per la presentazione delle offerte ufficiali. Ma questa scelta del ministero e dell’Authority di procedere con l’asta nonostante la situazione indefinita nasconde molte insidie. Torchiato dall’insistenza di Tremonti, Romani ha scelto la strada della risolutezza, ma il rischio di non raggiungere il “quorum” dei 2,4 miliardi previsti, a questo punto, diventa concreto. Gli operatori, infatti, già refrattari a presentare offerte in una situazione così incerta, difficilmente tireranno fuori le somme preventivate, anticipando investimenti non programmati per beni il cui utilizzo appare per niente certo, per lo meno a breve termine. E le locali? Sono state semplicemente scavalcate. Con questa mossa, di fatti, il governo ha mostrato di infischiarsene e di non avere intenzione di sedersi con loro a un tavolo di contrattazione. Tutto sembra essere deciso per colpi di testa piuttosto che tramite scelte ponderate. E come si sa, la gatta frettolosa … (G.M. per NL)