DTT, dividendo: cosa e come viene messo all’asta

Il governo ha deciso di mettere all’asta le frequenze radio lasciate libere dal ministero della Difesa e dalle Tv locali dopo il passaggio al digitale terrestre nella speranza di ottenere almeno 2,4 miliardi di denaro fresco.

Oggi il ministero dello Sviluppo economico ha fatto sapere che quattro operatori hanno trasformato la manifestazione d’interesse presentta il 29 luglio in offerta vincolante. Si tratta di: Telecom Italia, H3G, Vodafone Wind. Linkem si è dunque ritirata. Il governo batterà all’asta 25 lotti di frequenze nelle bande 800, 1800, 2000 e 2600 mHz organizzati in 8 blocchi in base alla frequenza e alla tecnologia con cui potranno essere usati. I diritti d’uso delle frequenze hanno durata sino al 31 dicembre 2029, sono rinnovabili e non possono essere ceduti a terzi senza l’autorizzazione da parte del ministero. Di seguito le caratteristiche di ciascun blocco e gli importi minimi che i partecipanti saranno tenuti a offrire per ciascun lotto. * Blocco 1: offerta relativa al gruppo di frequenze specifico Fdd di ampiezza pari a 2×5 MHz nella banda a 800 MHz (1 lotto), importo minimo 353.303.732,16 euro; * Blocco 2: offerta relativa a un gruppo di frequenze generico Fdd di ampiezza pari a 2×5 MHz nella banda a 800 MHz (5 lotti), importo minimo 353.303.732,16 euro; * Blocco 3: offerta relativa a un gruppo di frequenze generico Fdd di ampiezza pari a 2×5 MHz nella banda a 1800 MHz (3 lotti), importo minimo 155.869.293,60 euro; * Blocco A: offerta relativa al gruppo di frequenze specifico Tdd di ampiezza pari a 1×15 MHz nella banda a 2000 MHz (1lotto) 77.934.646,80; * Blocco B: offerta relativa al gruppo blocco di frequenze specifico Tdd di ampiezza pari a 1×15 MHz nella banda a 2600 MHz (1 lotto), importo minimo 36.802.472,10; * Blocco C offerta relativa al gruppo di frequenze specifico Tdd di ampiezza pari a 1×15 MHz nella banda a 2600 MHz, importo minimo 36.802.472,10 euro (1 lotto); * Blocco 2600G: offerta relativa a un gruppo di frequenze generico Fdd di ampiezza pari a 2×5 MHz nella banda a 2600 MHz (11 lotti), importo minimo 30.668.726,75; * Blocco 2600S: offerta relativa al gruppo di frequenze specifico Fdd di ampiezza pari a 2×5 MHz nella banda a 2600 MHz, importo minimo 30.668.726,75 (1 lotto). Gli acronimi Tdd, (Time division duplex) e Fdd (Frequency division duplex) si riferiscono alla diversa tecnologia trasmissiva che può essere impiegata sui vari blocchi di frequenze. Nel primo caso le frequenze sono utilizzate automaticamente in modo bidirezionale per la ricezione e la trasmissione. Nel secondo una sezione di frequenze è destinata alla trasmissione ed un’altra alla ricezione. Il termine di presentazione per le offerte vincolanti è scaduto alle 12 di oggi. L’apertura delle buste è prevista per domani, sempre alle 12. Dalle 15,00 del 31 agosto, se ce ne sarà bisogno, partiranno i rilanci. I partecipanti durante l’asta potranno fare rilanci anche per i lotti per i quali non hanno presentato offerte con un solo limite rappresentato dal deposito cauzionale. Ad esempio qualora il partecipante avesse presentato l’offerta iniziale solo per un lotto della banda 800 MHz sarebbe possibile dalla prima tornata in avanti presentare offerte anche per il massimo dei lotti per le bande a 1800, 2000 e 2600 MHz. Uno stratagemma che consente alle aziende di rivedere in corso di gara la propria strategia, ma che rende più competitiva l’asta. Sono stati previsti diversi obblighi di copertura per ciascun blocco di frequenze. Per la Banda 2600 mH gli assegnatari dovranno assicurare la copertura del 20% della popolazione nazionale entro 24 mesi dall’assegnazione e del 40% entro 48 mesi dall’assegnazione. La coperura deve arrivare a tutte le regioni. Per il blocco 1 della banda 800, lotto unico, non sono previsti obblighi di copertura, in quanto frequenze più soggette ad interferenze. Per l’altro blocco (5 lotti) si prevede un obbligo di copertura dei comuni sotto i 3.000 abitanti. Questi sono stati suddivisi in cinque liste e assegnati a ciascun lotto. L’assegnatario dovrà realizzare la copertura del 30% dei comuni presenti nelle liste associate ai relativi blocchi entro 36 mesi dalla disponibilità delle frequenze e del 75% dei comuni entro 60 mesi. La copertura viene giudicata valida se raggiunge il 90% della popolazione di ciascun comune. Per tutti nel caso gli obblighi non vengano rispettati per più del 40% di quanto previsto è disposta la revoca del diritto d’uso senza rimborso. Il governo ha previsto la possibilità di un pagamento rateizzato per i maggiori introiti frutto dell’asta competitiva superiori ai 2,4 miliardi di euro. Le condizioni per il pagamento dilazionato prevedono un periodo massimo di 5 anni con applicazione sull’importo rateizzato di un tasso di interesse variabile calcolato con uno spread, non superiore all’1%, sulla media dell’emissione dei titoli di Stato dell’anno precedente. Il governo ha previsto la liberazione coatta delle frequenze al 31 dicembre del 2012, qualora le tv locali non le rilasciassero spontaneamente. Inoltre, è stato deciso che eventuali ricorsi al Tar contro i distacchi forzosi potrebbero dare corso solo ad un risarcimento e non alla restituzione delle frequenze. (Reuters)

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