Mediaset sul satellitare e Sky sul digitale terrestre. Rischia di ribaltarsi il panorama del calcio sulle pay tv italiane, ma non sono esclusi altri colpi di scena nell’asta per i diritti tv della serie A per il triennio 2015-2018.
I club hanno deciso di rinviare la decisione: c’è tempo fino a giovedì e hanno aggiornato ad oggi l’assemblea, sospesa dopo tre ore di discussioni piuttosto accese. Sky e Mediaset aspettano e mostrano gli artigli legali. L’emittente del gruppo Murdoch (che in vista dell’aggiudicazione avrebbe definito l’acquisto di capacità trasmissiva nazionale per 5 canali DTT sui mux di Telecom Italia Media) ieri l’altro ha diffidato la Lega di A dall’assegnare i diritti tv fuori dalle regole del bando. «È un passo a cui siamo stati costretti perchè il rispetto delle regole è sempre fondamentale e in questa gara noi abbiamo fatto le offerte più alte», ha spiegato Sky in una lettera ai presidenti dei club. Il tempismo della mossa di Sky, a ridosso dell’assemblea, ha creato un certo fastidio in alcuni dirigenti. È stato «un tentativo di condizionare indebitamente le scelte della Lega e delle squadre», ha reagito Mediaset a fine giornata inviando una contro-diffida nei confronti dell’emittente rivale per turbativa d’asta e concorrenza sleale con minaccia di danni nei confronti di Sky e Lega in caso di assegnazione congiunta dei pacchetti A e B. Mediaset ha anche affermato che Sky avrebbe prospettato «una sospensione dei pagamenti», fatto che l’emittente satellitare però smentisce. La contromossa di Mediaset viene giudicata dai vertici di Sky un segnale di debolezza. È strano – si fa notare in ambienti della piattaforma satellitare – che ora sia Mediaset a pensare di poter dettare le regole della concorrenza. Gli stessi ambienti sottolineano come l’offerta di Mediaset contenga a loro avviso un errore di forma, in quanto pone condizioni – vincolando l’offerta per il pacchetto «D» alla riuscita di una delle offerte per i pacchetti «A» e «B» – che non sono ammesse dal bando. Le offerte più alte per i pacchetti A e B sono arrivate da Sky, ma non possono andare entrambi gli slot allo stesso broadcaster secondo l’indicazione fornita dall’advisor Infront: per ridurre solo di pochi milioni il potenziale monte ricavi (oltre il miliardo di euro) minimizzando i rischi di code legali, l’idea è vendere a Sky il pacchetto delle 8 big per il digitale terrestre e a Mediaset lo stesso contenuto per il satellite, oltre all’esclusiva delle gare fra le altre 12 squadre (pacchetto D). Anche l’avvocato Giorgio De Nova, luminare di diritto civile e legale di Fininvest nella causa contro Cir per il lodo Mondadori, ha sostenuto davanti i presidenti la tesi, che avrebbe incassato il parere favorevole di 16 dei 21 club presenti (c’erano anche i tre neopromossi, ma senza diritto di voto, e uno dei tre retrocessi, il Bologna). Fra quei 16 ci sarebbero anche Milan, Inter e altri club legati da rapporti commerciali con Infront, oltre alla Juventus, ma la spaccatura sarebbe più marcata in base ai calcoli di Sky, secondo cui per questo la Lega avrebbe preso tempo. Pare che Roma e Fiorentina non siano convinte, come il Napoli di Aurelio De Laurentiis, che prima dell’assemblea è stato sintetico («Non esiste la preferenza, esiste solo la legalità»), e davanti ai colleghi avrebbe fatto sentire alta la propria voce. I rischi legali sono stati valutati in Lega durante un incontro fra i dirigenti di serie A e gli avvocati della Lega e di Infront. Intanto bocche cucite per tutti tranne per il nuovo proprietario della Sampdoria Massimo Ferrero, all’esordio in Lega (come il presidente del Cagliari Tommaso Giulini). «Sto studiando», ha tagliato corto Ferrero, «questo è un mondo bellissimo, meraviglioso, divertente». (E.G. per NL)