Retecapri, emittente nazionale indipendente che trasmette dall’isola di Capri, "contesta duramente quanto stabilito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) con la delibera del 7 aprile 2009 che avvia il percorso per il definitivo spegnimento delle reti analogiche e la conversione delle reti digitali esistenti. In particolare la delibera attribuisce ai duopolisti Rai e Mediaset quattro multiplex consentendo di moltiplicare enormemente i canali analogici in digitale e riconfermare in maniera ancor più drammatica la loro posizione di predominio nel mercato televisivo nazionale". Per la rete di Costantino Federico "Le disposizioni dell’Agcom, nata dalle pressioni dell’Unione Europea, ultime in ordine di tempo le lettere del 3 aprile 2009 delle commissarie europee Neelie Kroes e Viviane Reding, danno la possibilità ai duopolisti di avere 4 multiplex e di poter accedere a due dei 5 multiplex che saranno messi all’asta raggiungendo comodamente quota 5, che è il limite abnorme fissato dall’Agcom. Si contesta in maniera ancor più forte anche la disparità di assegnazione considerando che a Retecapri si vorrebbe riconoscere un solo multiplex. L’emittente, invece, dispone di due multiplex già operativi, denominati Alfa e Omega, per cui ritiene un’elemosina la limitazione ad uno solo". In ultima analisi, Retecapri sottolinea che le 21 reti nazionali designate non risultano essere uguali, sia per qualità che per copertura, per cui l’assegnazione dovrebbe garantire a ciascuno degli operatori nazionali almeno un mux di “serie A”, ossia di buona qualità e copertura, ma sembra non essere stato citato questo principio la cui grave assenza contribuisce, quindi, a ulteriori trattamenti discriminatori. Alla luce della drammaticità di quanto rilevato, Retecapri "intende impugnare la delibera dell’Agcom e i successivi provvedimenti ad essa legati, oltre che tutti i provvedimenti adottati dai tavoli di lavoro per il digitale terrestre".