La telenovela della determinazione degli indennizzi per la dismissione anticipata dei canali DTT degli operatori locali (obbligatoria per taluni, facoltativa per altri) potrebbe essere vicina alla sua conclusione.
Le ultime indiscrezioni parlano infatti di una definizione della questione che si sta trascinando da oltre un anno.
Patuanelli firma
Secondo voci raccolte da NL il ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli avrebbe infatti firmato il decreto di determinazione degli indennizzi per la rottamazione dei canali, dopo l’iter di revisione indotto dalla considerazioni (formali) della Ragioneria Generale dello Stato. Quest’ultima, lo ricordiamo, aveva restituito il testo del decreto indennizzi agli Uffici del Gabinetto del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) con un rilievo.
Se così fosse, a questo punto occorrerebbe “solo” raccogliere la firma del ministro dell’EF Roberto Gualtieri, trattandosi di un decreto interministeriale, cioè che ha competenza di diversi dicasteri. Conseguentemente esso deve essere adottato di concerto tra gli stessi, riprendendo, dopo la seconda firma, il percorso che porterebbe alla sua pubblicazione.
L’udienza del TAR del 09/12/2020
La questione assume particolare urgenza anche in considerazione che a giorni si celebrerà l’udienza al TAR Lazio adito da alcune emittenti contro l’inerzia del Ministero dello Sviluppo Economico sul tema. I giudici amministrativi avevano infatti rinviato al 9/12/2020 l’udienza propedeutica all’assunzione di una decisione sul ricorso.
La motivazione dello spostamento
La motivazione del rinvio del TAR era stata propria quella di concedere al Ministero dello sviluppo economico di acquisire il parere del Ministero dell’economia e delle finanze a riguardo della soluzione individuata, da recepire in un DM teso allo scioglimento del nodo indennizzi per la rottamazione dei canali T1.
Il Commissario
Ove l’Avvocatura dello Stato si presentasse all’udienza del 9/12/2020 senza novità sul decreto indennizzi, il TAR potrebbe nominare un commissario ad acta. Quest’ultimo, come noto, è il funzionario pubblico nominato dal giudice amministrativo come proprio ausiliario nell’ambito del giudizio di ottemperanza. Il suo compito è quello di emanare i provvedimenti che avrebbero dovuto essere emessi dall’Amministrazione (ai sensi dell’art. 21 del Codice del processo amministrativo).
Uno scenario che secondo alcuni, paradossalmente, potrebbe scaricare il Ministero dello S.E. dall’assunzione di decisioni “difficili”.
Braccio di “ferro”
Come quella di aprire la forbice tra la probabile suddivisione della provvista per le rottamazioni tra quota per utente illuminato dal diritto d’uso (che premierebbe gli operatori con diritti d’uso su aree demograficamente rilevanti) e valori impiantistici a bilancio (il cd. “ferro”). Prospettiva che potrebbe bilanciare parzialmente la sperequazione indotta dal mero calcolo sulla dimensione della diffusione radioelettrica. Un’ipotesi emersa (indubbiamente con una formulazione complessiva inadeguata) questa primavera e che aveva fatto inalberare le associazioni di categoria, in particolare Confindustria Radio Tv. (E.G. per NL)
foto antenne di Floriano Fornasiero