La Camera esaminerà oggi il testo della conversione in legge del D.L. 228/2021 (cd. Milleproroghe), recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, che dovrà essere approvato in maniera definitiva entro il 28/02/2022.
Come noto, tra i tanti emendamenti, uno potrebbe essere particolarmente importante per il settore televisivo locale.
Il comma 11-quater del Milleproroghe
Parliamo dell’articolo 1, che al comma 11-quater prevede che “Nelle more della piena applicazione della tecnologia DVBT2, al fine di prendere in esame le problematiche di maggiore impatto sul territorio italiano derivanti dalla liberazione della banda 700 MHz, è istituito presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico permanente, al quale possono partecipare i soggetti coinvolti nel refarming delle frequenze, nonché i soggetti istituzionali competenti. Ai componenti del tavolo non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati. Fermi restando il termine improrogabile del 30 giugno 2022 per la liberazione della banda 700 MHz e i vincoli di coordinamento internazionale, nel caso di particolari criticità tecniche per le reti locali di primo livello, con decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in casi eccezionali possono essere individuate modalità alternative di applicazione”.
La norma spacchettata
Per meglio comprendere la ratio dell’emendamento al Milleproroghe, proviamo a spacchettare la norma, che, con ogni probabilità, non subirà modifiche ed il cui testo possiamo pertanto considerare definitivo.
Le premesse
Anzitutto, la necessità dell’intervento legislativo è da ricondurre alle “problematiche di maggiore impatto sul territorio italiano derivanti dalla liberazione della banda 700 MHz”, esclusivamente “nelle more della piena applicazione della tecnologia DVBT2″. Per l’individuazione di soluzioni a tali problemi si prevede l’istituzione “presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico permanente” (quindi stabile), al quale possono partecipare i soggetti coinvolti nel refarming delle frequenze (pertanto gli operatori di rete), nonché i soggetti istituzionali competenti (ergo, anche le Regioni).
I limiti di applicazione
I partecipanti al tavolo hanno margini di manovra ristretti, considerato “il termine improrogabile del 30 giugno 2022 per la liberazione della banda 700 MHz e i vincoli di coordinamento internazionale” (cioè i punti di verifica, pdv). Ragion per cui gli interventi potranno essere valutati “nel caso di particolari criticità tecniche per le reti locali di primo livello” (quindi teoricamente dovrebbero essere escluse le reti di 2° livello) ed adottate “modalità alternative di applicazione” attraverso “decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, limitatamente a “casi eccezionali”.
Esclusioni
Andando per esclusione, non sembra che nell’alveo della norma possano essere ricomprese nuove reti di 2° livello (ipotesi che infatti già avevamo definito come improbabile). Mentre, saranno certamente possibili interventi sulle reti (di 2° livello) esistenti, qualora correttivi su quelle di 1° livello dovessero impattarvi. Il caso tipico, infatti, è la necessità di “potenziare” una rete di 1° livello con effetti interferenziali su una rete di 2° livello.
Deroga pdv sono all’interno
Fuori discussione, poi, interventi che dovessero comportare il mancato rispetto dei pdv internazionali, ragion per cui eventuali accorgimenti dovranno riguardare solo le aree più interne.
Capacità trasmissiva immutata
Per come formulato, l’emendamento al Milleproroghe potrà, pertanto, al più riguardare l’aumento delle performance delle reti assentite, ma non certamente sopperire alla più volte lamentata scarsa disponibilità di reti di 2° livello, come nel caso del Veneto. (E.G. per NL)