Mentre è iniziato apparentemente in maniera indolore lo switch-off dell’Area Tecnica 3, costituita da Lombardia e Piemonte orientale (i veri problemi sono attesi quando switcherà l’area calda, contraddistinta principalmente dalla postazione di Valcava), il MSE-Com ha convocato il tavolo tecnico delle aree tecniche 5 (Emilia Romagna), 6 (Veneto) e 7 (Friuli Venezia Giulia).
La convocazione è fissata per il 5 novembre alle ore 10.00 presso il Centro Congressi Auditorium Via Rieti, in Via Rieti 13 a Roma, dove, agli inizi di settembre, si era tenuta la clamorosa protesta delle tv locali che avevano abbandonato il tavolo dell’AT3 in massa in segno di opposizione verso la riforma del PNAF dell’Agcom licenziata a giugno (che aveva privato le emittenti locali di risorse frequenziali di qualità prevedendone l’assegnazione alle nazionali). Al nuovo tavolo (convocato nell’ambito del procedimento per l’identificazione di dettaglio delle frequenze nelle AT 5, 6 e 7 ex art. 1 c. 7 Del 300/10/CONS Agcom) sono chiamati a partecipare tutti i soggetti legittimamente operanti che eserciscono impianti di radiodiffusione tv ubicati nell’Emilia Romagna, nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia e verso i quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti. A quanto risulta a questo periodico, dopo l’esperienza delle assegnazioni nell’AT3, che ha visto oggettivamente fortemente penalizzate molte piccole emittenti locali, non pochi editori (peraltro già preoccupatissimi dagli sviluppi della ridestinazione dei canali 61-69 UHF) starebbero ripensando all’opportunità di delegare alla rappresentanza dei propri interessi le associazioni di categoria, preferendo partecipare direttamente ed attivamente al tavolo tecnico (ed alle successive, inevitabili, relazioni negoziali) attraverso propri tecnici o consulenti di fiducia. Le aree tecniche in procinto di migrare integralmente al DTT sono contraddistinte non solo da un elevato numero di soggetti attivi, ai quali dovrà essere garantita la copertura precedente (per evitare le penalizzazioni estreme dell’AT3), ma anche da un imprescindibile coordinamento con le emissioni oltreconfine, per il quale si sono già tenuti incontri con le amministrazioni delle comunicazioni dei paesi confinanti, ma la cui soluzione, nonostante le rassicuranti dichiarazioni del ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani, risulta ancora di là a venire. E proprio a riguardo delle penalizzanti assegnazioni frequenziali nell’AT3, sono in corso di notifica numerosi ricorsi al TAR contro i provvedimenti amministrativi che hanno sensibilmente ridotto le aree di servizio originariamente illuminate da diverse piccole o medie emittenti locali. E, in caso di accoglimento delle istanze cautelari, il quadro radioelettrico di diversi bacini della macroarea tecnica 3 potrebbe essere anche sensibilmente riscritto. (A.M. per NL)