Fermo restando che tutto sarà comunque da rifare in vista dell’assegnazione delle frequenze del dividendo esterno – per le quali Agcom e MSE-Com hanno ribadito l’improrogabilità dei termini fissati (settembre 2011) – la procedura di attribuzione dei diritti d’uso alle tv locali continua ad essere sottoposta al cannoneggiamento dei giudici amministrativi.
Con ordinanza depositata in segreteria in data 10/03/2011 il TAR Lombardia ha sospeso un provvedimento di disattivazione dell’Ispettorato Territoriale di un impianto non esercito sulla frequenza assentita in quanto essa non consentiva l’esercizio dell’attività perché condivisa su una vasta area con un altro operatore di rete. Il provvedimento lombardo si aggiunge quindi a quelli laziali che nei giorni scorsi avevano ordinato al MSE-Com il riesame di alcune assegnazioni nell’Area Tecnica 3. Nel frattempo, come detto in apertura, si fa critica la questione della (ri)pianificazione degli spazi per le tv locali in vista dell’assegnazione del digital dividend riservato al potenziamento della banda larga in mobilità (canali 61-69 UHF ed altri eventualmente disponibili perché inutilizzati o sottoutilizzati). Mentre già si dice che le impellenti esigenze dell’internet mobile italiano non potranno trovare soddisfazione piena dall’attribuzione di soli 9 canali UHF oggi occupati dalle tv locali, appare scontato la maggior parte degli operatori di rete non richiederanno l’indennizzo per la rinuncia ai diritti d’uso delle risorse destinate ai telefonici. Il tetto massimo di 240 mln di euro che la legge di Stabilità riserva agli operatori che vorranno abdicare al ruolo appare, infatti, assolutamente insufficiente anche solo a ripagare gli investimenti effettuati per la messa in funzione degli impianti DTT. E’ quindi scontato che i network provider locali pretenderanno di ricevere risorse frequenziali alternative, la cui scarsità imporrà il riesame dell’intero quadro delle attribuzioni (cioè anche quelle extra digital dividend) essendo intollerabile una disparità di trattamento tra soggetti destinatari di canali tra il 61 ed il 69 UHF e gli altri operatori assegnatari di frequenze previste dal PNAF per la radiodiffusione televisiva digitale in ambito locale. A ciò c’è da aggiungere il nodo dell’utilizzo transitorio delle frequenze del dividendo interno, che presto sarà oggetto di gara (beauty contest) in ossequio alle disposizioni UE confermate dal parere del Consiglio di Stato sulla partecipazione di Sky. Tali canali presto saranno assegnati agli aventi diritto e, considerato che in molti casi essi sorreggono le attività di non pochi operatori, la loro espunzione renderà ancor più critica una situazione già al lmite. In queste condizioni la soluzione dei consorzi obbligatori tra gli operatori appare sempre più come l’unica via d’uscita praticabile da parte del MSE-Com. (A.M. per NL)