Sky Italia si chiama fuori dalla gara per le frequenze del digitale terrestre, il cosiddetto beauty contest, causa di una lunga querelle con il passato governo e di polemiche infinite tra le forze politiche.
Una decisione a sorpresa che l’emittente ha comunicato al ministro competente Corrado Passera e alla Commissione europea, motivandola con ”i tempi troppo lunghi” e le regole inique che ”favoriscono i concorrenti gia’ presenti sul mercato”, come Rai e Mediaset. Proprio per questo il centrosinistra ha messo ripetutamente sotto accusa le modalita’ della competizione, stigmatizzando l’assegnazione gratuita di multiplex che potrebbero garantire ingenti risorse per lo Stato. I tempi di conclusione della gara sono incerti. La commissione che deve decidere sull’assegnazione e’ al lavoro e potrebbe chiudere la pratica in pochi mesi, ma e’ ancora da chiarire quale linea seguira’ il nuovo governo anche alla luce delle richieste che arrivano, ancora oggi, da Pd, Idv, Udc e Fli di rivedere le regole di gara, garantendo introiti per lo Stato. Sul prosieguo della gara pesano anche i numerosi ricorsi presentati, ”ricorsi che – sottolinea la stessa Sky – potrebbero moltiplicarsi una volta annunciate le assegnazioni delle frequenze”. Si sono gia’ rivolti al giudice, oltre alla stessa Sky, anche Rai, TI Media e Tivuitalia. La tv pubblica, Mediaset e Ti Media sono in lizza per i due multiplex destinati ai soggetti gia’ presenti sul mercato. 3 Italia, Canale Italia, Prima Tv e Europa 7, dopo l’uscita di Sky, restano ora gli unici concorrenti in lizza per i tre blocchi destinati ai nuovi entranti. TI Media e’ invece la sola in gara per il canale per lo standard di nuova generazione del digitale terrestre DVB-T2. Sky critica "la lunghezza dei tempi, ad oggi ancora indeterminati, del tutto incompatibili con l’esigenza di pianificare con certezza gli investimenti” e ”un disciplinare di gara con regole che oggettivamente favoriscono operatori gia’ attivi sul mercato”. Sky ricorda anche che la sua partecipazione era stata autorizzata dalla Commissione Ue nel luglio 2010 nel presupposto che cio’ ”avrebbe comportato un’ulteriore apertura del mercato”. Invece, ora, il beauty contest ”non solo non interpreta piu’ le reali esigenze di sviluppo e di apertura alla concorrenza, ma rischia di essere un elemento negativo per lo stesso”. Considerazioni fatte avere anche alla Commissione europea, che attende la conclusione della gara per valutare l’effettiva apertura del mercato ed eventualmente chiudere la procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia ed ora sospesa. In ogni modo a fine anno scadono tutti i vincoli che impedivano a Sky di operare su piattaforme diverse dal satellite e l’emittente potrebbe teoricamente rafforzare la sua offerta sul digitale terrestre. ”Ci auguriamo che questa nostra decisione, per quanto difficile e onerosa, possa dare un serio contributo ad avviare un dibattito aperto e costruttivo sul futuro della televisione nel nostro Paese”, ha commentato l’ad di Sky Andrea Zappia, auspicando ”lo sviluppo di nuovi modelli di business basati anche su forme e tecnologie diverse dal DTT”, come DSL e fibra. (ANSA)