Dopo il messaggio video di Sky sulla mancata partenza del programma ibridio sat/DTT "Cielo" a causa del mancato rilascio dell’autorizzazione del MSE-Com, dagli uffici del viceministro Paolo Romani fanno sapere che "il comunicato apparso in video in data odierna al n. 129 del bouquet satellitare di Sky contiene una serie di errori formali e sostanziali su una vicenda avente valenza esclusivamente amministrativa, gestita con assoluta correttezza e trasparenza dal Ministero".
"In detto comunicato, riservato esclusivamente all’utenza atta alla ricezione del segnale televisivo via satellite – prosegue la nota del MSE-Com – viene esplicitamente detto che il canale “Cielo” non può trasmettere perché privo dall’autorizzazione da parte del Ministero. L’affermazione è palesemente non veritiera in quanto il canale in questione, per espressa ammissione della stessa società Sky, è regolarmente munito della prescritta autorizzazione per la trasmissione televisiva via satellite, del cui rilascio è peraltro competente l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e non il Ministero. Ciò significa che qualora l’operatore Sky avesse realmente l’intenzione di trasmettere il canale in questione, i suoi utenti potrebbero fruire tranquillamente e in qualsiasi momento della sua visione. La presa di posizione diffusa a mezzo televisivo sembra avere inoltre contenuti denigratori per l’intera amministrazione italiana, cui l’azienda, nel doveroso rispetto della legislazione nazionale vigente, si è dovuta rivolgere“. Cotinua il comunicato: “Per quanto attiene alla trasmissione di “Cielo” in chiaro sul digitale terrestre, in ordine al quale la prescritta autorizzazione è sì di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le comunicazioni, si rende noto che in data 2 novembre la società Sky Italia srl, operatore televisivo satellitare facente capo al gruppo Newscorp, ha presentato alla Direzione Generale servizi di comunicazione elettronica del Dipartimento per le comunicazioni una richiesta di autorizzazione per la diffusione in chiaro del citato programma televisivo “Cielo”, destinato alla diffusione in tecnica digitale su frequenze terrestri. Si fa peraltro presente che ai sensi dell’articolo 2, comma 9, del regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale, reso con delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 435/01/CONS, il Ministero è tenuto al rilascio del prescritto titolo abilitativo entro il termine di 60 giorni, peraltro estensibile di ulteriori 30 in caso di necessità istruttorie, coincidente quindi nella fattispecie con la data del 1° gennaio 2010; per trasmettere dal 1° dicembre il canale in chiaro sulla piattaforma digitale terrestre la società avrebbe pertanto potuto cautelativamente richiedere l’autorizzazione in data largamente antecedente al suo inoltro del 2 novembre“. La missiva del MSE-Com entra poi nel merito amministrativo della vicenda: “Nel corso dell’istruttoria si è valutata anche la coerenza dell’ammissibilità della richiesta e della legittimità alla diffusione del canale alla luce dei vincoli enunciati dalla decisione della Commissione europea del 2 aprile 2003 con riferimento agli impegni della fusione Stream / Telepiù. In data 12 novembre il Vice Ministro con delega alle Comunicazioni, on. Paolo Romani, prima di assumere qualsiasi determinazione in merito alla richiesta autorizzazione e in coerenza con i principi di leale cooperazione tra Autorità nazionali e Istituzioni europee, ha, pertanto, chiesto un chiarimento al riguardo con una lettera inviata alla Commissaria europea alla concorrenza“. Prosegue poi il comunicato: “Con una nota della Direzione Generale del 18 novembre, la società Sky Italia srl è stata informata della circostanza che in ordine alla richiesta di autorizzazione relativa al canale “Cielo”, erano stati ravvisati aspetti meritevoli di approfondimenti da concludersi, fatte salve le relative risultanze, entro il termine di 60 giorni prescritto per il rilascio del titolo abilitativo. A seguito delle anticipazioni a mezzo stampa che davano per imminente la trasmissione del canale (il 1° dicembre) anche sul digitale terrestre, con una lettera di cortesia del 27 novembre, gli uffici del Vice Ministro Romani hanno comunicato a Rete A, operatore di rete del multiplex digitale terrestre su cui il nuovo programma avrebbe dovuto essere diffuso, che il canale “Cielo” non poteva essere trasmesso su frequenze in digitale terrestre in pendenza del procedimento di rilascio della prescritta autorizzazione. Con analoga missiva e in pari data, comunque successiva alla citata comunicazione della Direzione Generale del 18 novembre, la situazione è stata ribadita ancora una volta alla società Sky Italia“, conclude la missiva dell’ufficio di Paolo Romani (foto).