E’ un po’ come Radio Sportiva di Loriano Bessi: il più grande successo radiofonico degli ultimi anni, realizzato con un ridotto dispiego di mezzi (frequenze FM), esposizione mediatica e personale (giornalisti), ma con un impensabile riscontro di audience e quindi di interesse commerciale.
Sportitalia, canale 60 DTT, è un esempio altrettanto virtuoso di come, nel 2018, si possa ancora realizzare su una piattaforma tradizionale (appunto il digitale terrestre) un prodotto di grande appeal in grado di attrarre pubblico ed inserzionisti e di genere, a fronte di una oculata gestione, utili rilevanti. Al punto di stimolare possibili acquirenti dell’asset (o quantomeno una partecipazione), come la Eleven Sports di Andrea Radrizzani (che ha già rilevato l’ott Sportube).
Così, almeno, secondo il quotidiano Italia Oggi (11/12/2018), per il quale “I buoni risultati economico-finanziari di Sportitalia, un canale tv che, con budget bassi, riesce a produrre un ebitda positivo di 620.000 euro su un fatturato a fine 2018 attorno ai sei milioni di euro, stanno attirando interesse da parte di potenziali investitori”.
Investitori del pari, appunto, della Eleven Sports, che la scorsa estate era “intenzionata a rilevare l’80% della Italia Sport Communication srl, amministrata da Michele Criscitiello, società che gestisce e produce Sportitalia, canale sportivo in chiaro all’lcn 60 del digitale terrestre e visibile pure su Sky e Tivùsat (in hd entro la fine di gennaio 2019)”.
La motivazione dell’interesse di Eleven Sports starebbe nel fatto che dopo l’acquisto della piattaforma Sportube la società detiene in Italia, tra gli altri, i diritti della serie C di calcio, già interessata da trasmissioni in DTT di Sportitalia, un canale tv che “poteva rappresentare, con un investimento relativamente basso (il 100% di Sportitalia è valutato attorno ai 5 milioni di euro) sia una idea di comunicazione per la propria piattaforma ott sia una interessante iniziativa industriale”.
Tuttavia il nuovo canale tv, che si sarebbe dovuto chiamare Eleven Sportsitalia, non si farà.
Spiega infatti Italia Oggi: “La trattativa è tramontata per divergenze sul piano editoriale”, posto che “il cambio di nome del canale, per esempio, andava poco a genio al direttore e deus ex machina di Sportitalia, Criscitiello”, che attraverso la Micri di Michele Criscitiello controlla il 25% della Italia Sport Communication, insieme alla moglie, Paola De Salvo, che detiene un altro 25% e che così sono alla pari con Prima Tv di Tarak Ben Ammar, che controlla il 50% della srl.Sta di fatto che uscito di scena (almeno per ora) Andrea Radrizzani si sarebbero fatti avanti Infront Italy e Marco Bogarelli per “provare a sondare il terreno”.
“Il ruolo di Bogarelli, uscito dal gruppo Infront e ora imprenditore in proprio, sarebbe comunque più quello di advisor finanziario di Criscitiello, alla ricerca di un socio forte sul fronte commerciale“, continua Italia Oggi, secondo cui “non ci sarebbe, invece, da parte di Bogarelli, un reale interesse a diventare socio di minoranza di Sportitalia. La Infront Italy, a sua volta, dopo i primi colloqui si sarebbe subito sfilata”.
I numeri, d’altra parte, stanno dalla parte di Criscitiello, che, con 32 dipendenti, ha chiuso l’esercizio al 30/06/2018 con un valore della produzione di 4,5 mln di euro, in crescita addirittura del 45% rispetto all’esercizio 2017, con 20.000 euro di utile. (E.G. per NL)