DTT. CARTv: svelata la “bufala”. Non è vero che, con il digitale terrestre si liberano delle frequenze

"La notizia che il nuovo Governo potrebbe rivedere il bando “beauty contest” trasformandolo in una gara a pagamento, non sposta il problema alle TV Locali che perderebbero altre 6 frequenze dopo le 9 vendute nella gara del “dividendo esterno” assegnate alle Telecom per la banda larga in mobilità".

Lo denuncia il Coordinamento Associazioni RTV, che riunisce i sindacati Comitato Radio Tv Locali, CONNA, CNT e REA. "La verità – spiega in una nota il coordinamento – è ben diversa da quella che il precedente governo, affamato di frequenze come lo è sempre stato il suo ex premier, ha fatto credere a tutti: con il digitale terrestre non si liberano le frequenze, si aumentano semplicemente i programmi trasmessi su ogni frequenza. Tutte le frequenze televisive sono sempre occupate dalle Tv Locali e nazionali. La differenza è che prima, con la vecchia tecnologia analogica, un’emittente televisiva poteva trasmettere sulla sua frequenza un solo programma, mentre poi, convertendo i trasmettitori nella nuova tecnologia di trasmissione digitale sulla propria frequenza, è scaturita l’opportunità di poter trasmettere diversi programmi. Il motivo della diffusione della notizia bufala è sotto gli occhi di tutti: inventarsi dal “cappello magico”, alcune frequenze che si sarebbero liberate per poterle addirittura regalare a Mediaset o venderle alle amiche aziende di Telecomunicazione (i migliori clienti pubblicitari di Mediaset sono proprio le Telecom con un fatturato complessivo attuale di circa 340 milioni di euro all’anno). A seguito di questo maldestro tentativo, alcune emittenti locali si sono viste addirittura assegnare le medesime frequenze per lo stesso bacino d’utenza. "Le 550 Emittenti Televisive Locali – continua il CARTv –  che l’ex governo con le sue leggi di parte ha cercato di espropriare di gran parte delle loro frequenze, non ci stanno a consorziarsi per l’utilizzo condiviso delle risorse frequenziali. E perché le emittenti nazionali non sarebbero soggetti allo stesso trattamento? Chi dice che i “grandi supermercati” dell’etere devono godere di maggiori diritti rispetto alle “piccole boutique dell’informazione” delle TV locali?" I sindacati delle tv locali raccolti nel CARTv si appellano al ministro allo S.E. Corrado Passera "affinché siano profondamente riviste le regole del vecchio governo stilate in palese conflitto d’interesse e che vengano chiamate anche le Tv Locali al Tavolo del Comitato Nazionale Italia Digitale dove erano state esplicitamente escluse " e chiedono alla magistratura di intervenire "affinché siano accertati eventuali illeciti a rilevanza penale di ogni atto pubblico teso ad agevolare interessi privati in merito al processo di digitalizzazione della Televisione Italiana, con ogni eventuale aggravante dell’associazione di persone a tale illecito fine". (E.G. per NL)

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