L’Autorita’ della comunicazioni con la decisione presa la settimana scorsa con la delibera sul canone per l’uso delle frequenze “ha fatto la sua parte lasciando al governo la discrezionalita’”.
Lo ha sottolineato il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani (foto), in audizione in commissione vigilanza Rai sul provvedimento sui nuovi criteri per il pagamento del canone per l’uso annuale delle frequenze. “Noi – ha detto Cardani – come Autorita’ siamo convinti e Giacomelli per quel poco che conosco lo fara’, lo ha detto, che il governo prendera’ la delibera e ci aggiungera’ del suo come e’ giusto che sia”. Il provvedimento ha sollevato una accesa discussione per lo ‘sconto’ che ne deriverebbe per Rai e Mediaset rispetto a quanto versato negli anni precedenti. Per Cardani il governo “ha intenzione di recepire con una sua interpretazione che e’ la direzione in cui noi ci siamo mossi dando un’indicazione di carattere generale”. Nella delibera l’Autorita’ ha suggerito la possibilita’ di una applicazione progressiva dei nuovi criteri, basati sul prezzo dell’asta delle frequenze assegnate a Cairo, in maniera progressiva mediante un’applicazione graduale per otto anni del nuovo regime. In questa fase la meta’ di quelle che erano le risorse complessive incassate dallo Stato, sarebbero a carico dei due incumbent, Rai e Mediaset. Il regime concessorio nuovo stabilito dalla legge prevede infatti invarianza di gettito per lo Stato laddove a pagare non sono piu’ i broadcaster tradizionali ma con il passaggio al digitale gli operatori di rete o i soggetti titolari dell’utilizzo delle frequenze. "Il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, con il puntuale intervento svolto oggi, in audizione, in Commissione di vigilanza Rai, ha dimostrato, una volta di più la correttezza dell’interpretazione, data dall’Autorità, alla legislazione vigente, in merito ai criteri per la fissazione dei contributi annuali per le frequenze del digitale terrestre", ha commentato Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. "Oggi in Commissione di vigilanza Rai si sono succeduti interventi dai toni inquisitori, da parte di colleghi di diverse parti politiche, con l’intento di mettere sotto accusa l’Autorità garante per le comunicazioni, semplicemente per aver svolto il proprio dovere, dopo aver, peraltro atteso, invano, una presa di posizione, in tema di frequenze tv, da parte del governo. E’ poi competenza del Mise fissare in concreto la misura dei contributi per la concessione dei diritti d’uso delle frequenze. Non è accettabile che il governo pretenda, con dichiarazioni più o meno forti di condizionare l’operato dell’Autorità garante per le comunicazioni, per nascondere la propria inerzia. Se, come risulterebbe, il governo non condivide le disposizioni normative vigenti in tema, non deve far altro che intervenire, modificando la legge. Da molte settimane leggiamo dell’intenzione del governo, nella persona del sottosegretario con delega alle Tlc, Antonello Giacomelli, circa la presentazione di un decreto che punterebbe al riordino complessivo della disciplina in materia di frequenze, contributi e canoni", ha concluso Brunetta (E.G. per NL)