Non si placano le polemiche relative all’emendamento all’art. 3 del decreto Milleproroghe afferenti ai canoni per i diritti d’uso delle frequenze DTT che, nella formulazione prevista da una controversa delibera di fine estate dell’Agcom, avrebbero agevolato i superplayer RAI e Mediaset penalizzando per converso (e fortemente) gli operatori nazionali minori e le locali.
“Posso capire la tensione di questi giorni ma suggerirei di tenersi ai fatti e non agli stati d’animo. L’emendamento in questione riporta alla piena titolarità del governo la riforma delle norme relative al canone frequenze che abbiamo annunciato già da agosto 2014, anche con una lettera scritta ad Agcom”, ha spiegato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. “Le norme vigenti non prendono compiutamente atto del passaggio dall’analogico al digitale e determinano quindi distorsioni ed un onere eccessivo sugli operatori di rete. Tutti ricorderanno le polemiche che accompagnarono la relativa delibera Agcom", ha continuato Giacomelli, sottolineando come "l’integrazione voluta dal Ministero dell’economia va letta come un giusto richiamo al rispetto degli equilibri del bilancio dello Stato: esplicita cioè un principio di finanza pubblica che è sempre presente e di cui sempre, nel complesso delle decisioni, occorre tenere conto”. (E.G. per NL)