Nel piano di riforma dell’emittente statale fa capolino anche un nuovo canale istituzionale: il modello da seguire e imitare è quello della Bbc Parliament della tv pubblica inglese.
Le voci circolano da parecchi mesi, nonostante la proposta, almeno inizialmente, non avesse raccolto un consenso unanime degli schieramenti politici. Mercoledì 4 marzo, il dg generale Luigi Gubitosi in Commissione di Vigilanza ha ribadito quello che sarà il piano di rinnovo: “ci dovrà essere una forte caratterizzazione del telegiornale in funzione del canale su cui va in onda. Abbiamo inserito sul secondo canale anche il dibattito politico-parlamentare. E ritorniamo sulla proposta del canale istituzionale: evidentemente andrà coordinato con la commissione e con la Presidenza di Camera e Senato e sarà da vedere cosa potrebbe andare dove. Da parte della Rai c’è disponibilità, lo fanno anche altri, come Bbc Parliament”. Questa sarà una delle numerose novità su cui dovrà discutere e a cui dovrà far fronte il nuovo cda di Viale Mazzini, dal mese di maggio (dal momento che l’attuale scadrà proprio in quel periodo): “il tempo che ci rimane non è lungo – ha affermato Gubitosi – ma lasceremo una serie di idee e suggerimenti che ovviamente potranno essere cambiati dal nuovo consiglio”. Il piano di riforma comunque, come riporta un articolo di ItaliaOggi di giovedì 5 marzo, richiederà 42 mesi per essere completato (ma viste le lungaggini italiane, c’è da scommettere che i mesi si protrarranno): dal punto di vista strutturale, in questi tre anni e mezzo gli edifici di Saxa Rubra saranno divisi in tre aree (la newsroom per Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, quella per Tg3, Rai News 24 e Tgr e la terza dedicata a Rai Sport) e riadattati con molti open space e tecnologia di ultima generazione. Le news, secondo l’attuale dg, dovranno essere solo l’inizio per l’avvio della nuova strategia societaria: “sulle reti c’è un problema simile. Lasceremo appunti sul tema per chi ci seguirà. L’auspicio è che questa riforma non si concluda”. Vedremo. L’importante, almeno per quanto riguarda il canale istituzionale, è che non si traduca in una soluzione alla GR Parlamento, la rete radiofonica più inutile del servizio pubblico, che da 17 anni diffonde (peggio) i medesimi contenuti di Radio Radicale, a sua volta sovvenzionata dallo Stato. Cioè da noi. (V.R. per NL)